Traffico di rifiuti trattati alla Bioman, indagato ma è morto da un anno. La Procura si scusa Tutti i nomi

Mercoledì 9 Febbraio 2022 di Cristina Antonutti
Traffico di rifiuti trattati alla Bioman
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PORDENONE - Indagavano sulle tonnellate di compost che finivano nei terreni agricoli dopo essere state trattate nell'impianto della Bioman, nella sperduta località Cossana, in via Vivarina a Maniago. I carabinieri del Noe di Udine, oltre alle proteste per la forte puzza, avevano raccolto testimonianze precise, anche da parte di alcuni dipendenti della società, sul trattamento: gli operai miscelavano il compost con il digestato, ma poi i tempi di maturazione non venivano rispettati (70/90 giorni) e nel giro di 10 giorni, secondo gli accertamenti, il fertilizzante era già disperso. È seguendo i passaggi del compost, con tanto di telecamere puntate sui luoghi di stoccaggio, che il Noe ha intercettato il presunto giro abusivo di rifiuti urbani tra il Friuli e le società venete legate alla galassia di Bioman.

Inchiesta sui rifiuti tra Friuli e Veneto

«Le indagini sono state chiuse sulla base della documentazione acquisita dal Noe - ha precisato il procuratore Antonio De Nicolo - Tutte le soluzioni sono aperte: stiamo aspettando il confronto con le difese, poi valuteremo se chiedere il giudizio». Un confronto che non tarderà ad arrivare, perché al pm Federico Frezza stanno per arrivare corpose memorie, soprattutto da parte dei legali che assistono posizioni marginali. Ci sono anche le prime deleghe per gli interrogatori. Un'archiviazione sarà immediata. È quella di Luciano Bertagnolli, veneziano, finito nella lista degli indagati in qualità di presidente del Cda di Sav.No nonostante sia deceduto da un anno. «Nulla ci faceva presagire questa situazione - ha spiegato il procuratore - Archivieremo subito la posizione e faremo le scuse alla famiglia».


Gps sotto i camion che partivano dagli stabilimenti Bioman

Gps piazzati sotto gli automezzi che partivano dagli stabilimenti Bioman di Maniago e Snua di Aviano per arrivare soprattutto a Este, nell'impianto della Sesa Spa in via Comuna, e poi centinaia di documenti sul materiale smaltito o trattato.

La seconda tranche dell'inchiesta, quella che ha portato a indagare quasi una ventina di imprenditori per presunte attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, è tutta documentale. Si parla di rifiuti portati in Veneto, in altre società legate all'imprenditore Angelo Mandato, titolare di Bioman, violando il divieto di smaltimento in una regione diversa. La Sesa, secondo le ipotesi, avrebbe ricevuto tra 2017 e 2020 circa 221mila tonnellate. Alla Agrilux di Lozzo Atesino ne sarebbero arrivate poco più di 19mila e nell'impianto della Sav.No di Vittorio Veneto 1.200. Seguendo gli stessi camion i carabinieri sono arrivati a San Vito al Tagliamento, alla Eco Sinergie all'epoca amministrata da Lorenzo Cella. Da qui sarebbero partite tra il 2018 e 2020 rispettivamente 44mila, 39mila e 48mila tonnellate di rifiuti non trattati, ipotizza la Distrettuale antimafia, verso stabilimenti che in Lombardia (come Lomellina Energia o A2A Ambiente) o all'estero (Ungheria, Slovenia, Slovacchia e Austria). In questo filone si contesta anche l'invio di rifiuti tali e quali, non trasformati in combustibile solido secondario (Css), a Eco Sinergie, Herambiente, Hestambiente, New Energy, Friul Julia Appalti e Greenman. È un'ipotesi per la quale la Buzzi Unicem - in merito al Css non conforme inviato alla Cementizillo di Fanna - puntualizza che nella «ricostruzione del Noe, da confermare giudizialmente, l'irregolarità parrebbe attribuibile a un parametro di accettazione del materiale oggi non più richiesto dalla normativa nazionale e che non sarebbe risultato rispettato dalle analisi effettuate dal produttore di Css prima di essere conferito alla cementeria».

Ultimo aggiornamento: 19:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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