Rifiuti, l'inchiesta si allarga

Mercoledì 19 Giugno 2019
Rifiuti, l'inchiesta si allarga
LENDINARA - CANDA
«Stanno distruggendo tutto, ci stanno avvelenando lentamente e stanno bruciando la nostra terra: chi specula su queste cose va fermato e il nostro invito è alla magistratura, perché intervenga». Moreno Ferrari, presidente di Terre Nostre Veneto e del comitato Lasciateci respirare Lendinara, da anni e anni è sulle barricate sul fronte della tutela dell'ambiente e, alla luce dell'inchiesta di Fanpage, sollecita tutti a una maggiore attenzione.
LA PROTESTA
«Tutto si tiene spiega la Bioman, una delle aziende che fanno capo ad Angelo Mandato, il socio privato di Sesa, ha quote significative anche della Biocalos di Canda, realtà contro la quale ci siamo battuti per far annullare il progetto della centrale a biomasse. Ma tutta la zona è satura di impianti di ogni tipo che impattano su un territorio che per le sue caratteristiche idrogeologiche, ricco di acqua e di campagna coltivata, non può sopportare questo carico. A questo si aggiungono i fanghi come quelli di Coimpo e il compost di Sesa. Il metodo del sandwich è una pratica nota, mettono in mezzo al compost maturo altro materiale che non si può nemmeno definire compost, come è stato evidenziato. E lo fanno movimentando bilici e bilici, a centinaia, di notte. Sasha Biazzo, il giornalista di Fanpage che ha realizzato l'inchiesta su Sesa è venuto anche a cena a casa mia. Ora che la sua inchiesta ha aperto gli occhi su questi problemi che da anni vengono sollevati, dobbiamo sollecitare l'intervento della magistratura perché per ora ci siamo battuti con esposti e ricorsi al Tar, ma serve un'azione incisiva perchè il nostro territorio non venga usato come una discarica».
La magistratura, in realtà si è già mossa, ma, anche con un mezzo passo falso, a giudicare dalla nota diffusa lunedì da Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, da Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, e da Sandro Ruotolo, presidente dell'Unione cronisti della Campania.
«La polizia giudiziaria - aggiunge - si è recata nella redazione di Fanpage.it a Napoli per acquisire i filmati grezzi dell'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti che ha già portato alle dimissioni del consulente del governo Fabrizio Ghedin. Allegata al decreto del Tribunale di Rovigo c'è una nota indirizzata ai carabinieri di Napoli nella quale si dice: Siccome potrebbero fare un po' i preziosi e invocheranno la questione di tutelare l'eventuale interlocutore delle interviste. Riteniamo questo atteggiamento inaccettabile e ricordiamo agli investigatori che la tutela delle fonti è un fondamento della professione giornalistica, soprattutto per chi fa inchieste, come quella sul traffico dei rifiuti, che hanno dei risvolti giudiziari importanti».
Francesco Campi
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