MESTRE - All'angolo tra via Gozzi e via Aleardi, in uno dei quartieri più multietnici di Mestre, è spuntata una nuova barriera di filo spinato: un "rinforzo" che gli inquilini del palazzo hanno installato per tenere lontani tossicodipendenti, pusher e senzatetto che orbitano nella via. Oltre all'eloquente filo spinato, sono comparsi anche due altrettanto eloquenti cartelli che recitano, in italiano e inglese: "Pericolo - filo spinato - sorveglianza armata".
MISURA ESTREMA
Una misura che può suonare estrema, ai residenti di Mestre che non hanno a che fare quotidianamente con il degrado e il pericolo causati da questi "incontri ravvicinati", ma che agli abitanti del condominio è sembrata l'extrema ratio per difendersi da coloro che entrano nel garage sotterraneo per consumare droga o passare la notte, lasciando spazzatura, siringhe e tracce di bivacchi.
CONVIVENZA DIFFICILE
Una convivenza non sempre facile, quella tra i mestrini "storici" e i residenti "acquisiti": in via Gozzi la quasi totalità di attività commerciali è gestita da stranieri. Anche il commercio di stupefacenti, a Mestre, è in mano a pusher stranieri (anche se chi consuma sono soprattutto italiani, alcuni arrivati addirittura da fuori provincia). «I pusher che si vedono oggi non sono quelli di cinque anni fa», commenta Gianpaolo Conte, uno dei residenti più attivi nella lotta al degrado nel quartiere Piave, all'indomani dell'operazione Spiderman dello scorso giugno, «le facce sono tutte nuove. C'è stato un cambio di giro, è evidente». Fino a qualche mese fa nell'occhio del ciclone c'era principalmente il quartiere Piave. Ora, grazie alle numerose operazioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza volute dal prefetto Michele Di Bari, la situazione si è aggravata nelle zone circostanti, fino a lambire anche Corso del Popolo. «Adesso consumatori e venditori si sono spostati a raggiera un po' in tutta la città - osserva Di Bari - basta chiedere ai residenti di via Aleardi e via Gozzi, passati in pochissimo tempo da zona nobile a zona presa d'assalto da sbandati e spacciatori».