Le aziende puntano sulla ripresa ma temono di non trovare i lavoratori

Un quinto degli assunti previsti sono immigrati mentre solo un decimo sono i laureati

Lunedì 22 Gennaio 2024 di Francesco Campi
Le aziende puntano sulla ripresa ma temono di non trovare i lavoratori

ROVIGO - Quasi sei imprese polesane su dieci prevedono difficoltà nel trovare i lavoratori di cui hanno bisogno, soprattutto operai specializzati e conduttori di impianti. Un timore che riguarda il 58% delle aziende, quasi dieci punti percentuali in più della media nazionale, il 49%.
È uno degli spunti offerti dal bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal con un sondaggio che ha interessato più di 121mila imprese in tutto il Paese, eseguito fra il 13 ed il 30 novembre. Come di consueto l’indagine consente di “tastare il polso” del mercato occupazionale monitorare le prospettive nelle imprese e la richiesta di profili professionali. Ecco, allora, che è interessante notare il dato che vede le aziende polesane programmare per il mese di gennaio circa 1.820 entrate, 810 nell’industria e 1.010 nei servizi, a fronte delle 48.700 di tutto il Veneto e delle circa 508mila a livello nazionale.
Una previsione al ribasso, visto che nel gennaio 2023 le assunzioni in Polesine sono state 3.492, nel gennaio 2022 3.586 e anche nel difficile gennaio 2021 sono poi state 3.167.

Del resto, al ribasso è anche la stima a livello regionale, dal momento che in Veneto nel gennaio 2023 le assunzioni sono state ben 58.250. A livello nazionale, invece, la previsione è di 4mila assunzioni in più rispetto al gennaio 2023, il +0,9%. Tuttavia, se il pronostico per il solo mese di gennaio è inferiore del 20% a quello di un anno fa, allargando l’orizzonte al primo trimestre, l’ottimismo sembra riaffacciarsi e la previsione degli imprenditori polesani è di 5.100 assunzioni nel periodo gennaio–marzo, il 40% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. 


SEGNI DI RIPRESA
Segno che c’è fiducia in una ripresa, seppur non a brevissimo termine. In Polesine le aziende che prevedono una o più assunzioni sono pari al 17% del totale. Nel 31% dei casi le entrate previste saranno stabili, cioè con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 69% saranno a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita. Le entrate previste si concentreranno per il 55% nel settore dei servizi e per il 61% dei casi saranno effettuate da imprese con meno di 50 dipendenti. Solo il 17% delle assunzioni sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, una quota assai inferiore alla media nazionale, 26%, e più bassa è anche la quota di assunzioni previste per laureati, il 10%, quasi la metà rispetto al 19% nazionale.
Non sorprende, quindi, che, al contrario, la previsione di assunzioni di immigrati sia più alta di quella nazionale, il 20% rispetto al 18,1%. 
I profili richiesti in Polesine? Al primo posto gli operai specializzati e i conduttori di impianti, il 45%. Una fetta del 17%, esattamente uguale a quella per dirigenti, specialisti e tecnici, è quella che si ipotizza per le professioni commerciali e dei servizi, mentre per il 14% la ricerca interesserà profili generici e appena nel 7% dei casi gli impiegati. Nonostante questo, per una quota pari al 67% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, motivo per cui c’è scarsa fiducia di riuscire a trovare le figure cercate. Le maggiori di assunzioni sono previste è nel commercio, 250 a gennaio e 650 fino a marzo, seguito dai servizi alle persone, con 210 assunzioni in questo mese e 550 nel trimestre e dall’industria metallurgica, rispettivamente con 190 e 500. Sia nei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio che nelle costruzioni, si prevedono, poi, 170 assunzioni, ma nel primo settore nel trimestre si ipotizzano 380 assunzioni, mentre nelle costruzioni 540, nonostante la fine del superbonus.

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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