Una pietra d'inciampo a Lendinara per Herbert Marbach, morto ad Auschwitz

La Cerimonia in vicolo Castello per ricordare dove abitava prima di essere deportato

Sabato 27 Aprile 2024 di Ilaria Bellucco
La posa della pietra di inciampo in vicolo Castello dove abitava Herbert Marbach vittima del nazismo

LENDINARA - La festa per la Liberazione si è intrecciata con la memoria della Shoah ieri mattina a Lendinara, dove oltre alle usuali celebrazioni si è tenuta la cerimonia di posa di una pietra d’inciampo in memoria di Herbert Marbach, vittima dell’antisemitismo nazista. Nella mattinata l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Viaro insieme a diverse autorità civili e militari, Polizia locale, associazioni d’arma e combattentistiche e la sezione lendinarese dell’Anppia (Associazione nazionale perseguitati politici antifascisti) presieduta da Giuseppe Trambaiolo, alla presenza di un buon numero di cittadini, hanno reso omaggio ai monumenti ai partigiani nel centro storico, recandosi poi nella chiesetta di Sant’Anna per una messa di suffragio e nel teatro Ballarin dove si sono svolti i discorsi celebrativi, e dove i ragazzi della scuola media “Mario” hanno proposto letture e canti sulla Resistenza


LE COMMEMORAZIONI 
Le commemorazioni quest’anno, sulle note suonate dal Corpo bandistico Città di Lendinara, sono state caratterizzate dalla cerimonia di posa di una pietra d’inciampo in memoria di Herbert Marbach collocata nella nuova pavimentazione in porfido appena realizzata in vicolo Castello.

Un’iniziativa portata avanti dal Comune di Lendinara con la sezione lendinarese dell’Anppia, avvalendosi del supporto tecnico dell’architetto Emanuele Boschetti dell’Ufficio Tecnico comunale. «Abbiamo bisogno non solo di pietre, ma di “montagne” d’inciampo, perché spesso dimentichiamo molti insegnamenti della storia. Della pace ci ricordiamo quando nei media vediamo tragedie che riguardano altri e ci convinciamo che qui non succederanno mai, invece questo “mai” si scioglie come neve al sole» ha detto. 


RIFLESSIONE PER TUTTI
«Siamo qui in tanti, con divise diverse e passioni diverse – ha aggiunto –, non è un’iniziativa di sinistra in antitesi alla destra, non può essere una contrapposizione, gli uni contro gli altri. Questa pietra d’inciampo sia una riflessione per tutti per evitare la violenza, anche quella delle parole, perché anche il linguaggio può essere veicolo d’odio». A raccontare chi era Herbert Marbach e perché la sua storia ha toccato la città di Lendinara è stato il direttore della Cittadella della Cultura Nicola Gasparetto. 


LA STORIA 
«Nativo di Vienna, di origini ebraiche, Marbach viveva in Slovenia quando nel 1941 la Jugoslavia è stata invasa dalle truppe naziste – ha spiegato –. È diventato uno delle migliaia di ebrei internati in tante località italiane e aveva residenza coatta a Lendinara, proprio in vicolo Castello. Ebbe un tragico destino, nell’ottobre del 1943 tentò la fuga e fu successivamente arrestato a Roma, da dove venne deportato e, dopo diversi passaggi, finì ad Auschwitz dove trovò la morte». Viaro a sorpresa ha invitato a posare la pietra insieme a lui il più giovane tra i presenti, Francesco di 5 anni, in una sorta di passaggio della memoria tra generazioni. 

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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