Adria, passo avanti per il recupero della torre dell’acquedotto

Approvato dal Comune il progetto di fattibilità dell’intervento di restauro

Lunedì 18 Marzo 2024 di Guido Fraccon
La ex torre dell'acquedotto di Adria

ADRIA - Il recupero della torre dell'acquedotto fa segnare un ulteriore passo in avanti. Palazzo Tassoni ha approvato in data 13 marzo il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento di restauro della torre piezometrica del giardino del museo archeologico. Destinata a trasformarsi in uno dei simboli della comunità adriese, la struttura è stata dichiarata di interesse culturale con provvedimento formale del Ministero della cultura. Il progetto, predisposto dall’ingegnere Marco Mocellini della società R-Struct Engineering di Padova, prevede un impegno di 500mila euro, di cui 340mila per lavori.
 

RISORSE DA VALORIZZARE
«Tra le finalità strategiche dell’Amministrazione comunale - si legge nel documento approvato dall'esecutivo Barbujani IV- rientra anche la valorizzazione delle risorse culturali e turistiche della città di Adria. All’interno dell’area recintata posta nel parco del museo, in via Angeli, si trova una torre piezometrica risalente al 1912, appartenente al patrimonio comunale. La torre presenta caratteristiche tipologiche e formali tipiche dei primi del Novecento. La struttura è stata realizzata modellando il calcestruzzo armato con maestria, ottenendo una stretta relazione tra funzioni e forme». L'operazione fa seguito all'accordo di programma sottoscritto tra la Soprintendenza e palazzo Tassoni per il restauro della torre. 
 

ACCORDO DI PROGRAMMA
Un progetto che parte da lontano. Nel luglio 2022, infatti, il ministero della Cultura aveva assegnato alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per Verona, Rovigo e Vicenza, 500mila euro per la messa in sicurezza del manufatto. Il Comune di Adria, in virtù dell'accordo, svolgerà la funzione di stazione appaltante e come tale, dovrà provvedere alla gestione amministrativa dell'intervento, alle procedure di affidamento e allo svolgimento delle attività necessarie alla progettazione e l'esecuzione degli interventi. Il progetto, dovrà rispettare le eventuali prescrizioni dettate dal ministero della Cultura. Il progetto di fattibilità è stato trasmesso alla Soprintendenza ai fini dell’acquisizione del relativo parere di competenza, in modo tale che le eventuali osservazioni possano essere inserite nel progetto esecutivo. 
 

TORRE DISMESSA 
Collocata all'interno del parco del museo e dismessa attorno agli anni ‘70, la torre è oggetto di un'operazione partita sotto l'amministrazione Barbierato: non solo di un progetto di restauro e riqualificazione ma anche di una sua successiva valorizzazione come esempio di archeologia industriale. La torre è la testimonianza della prima rete di acque pubbliche realizzata nel territorio polesano, tra Adria e Rovigo nei primi anni del secolo scorso. 
Il manufatto, in calcestruzzo armato modellato, rappresenta una delle prime testimonianza di questa tecnica costruttiva in Polesine.

L'area su cui sorge il vecchio acquedotto è nota per l'importanza dei rinvenimenti archeologici, scavi regolari effettuati da Francesco Antonio Bocchi nel 1878-79, cui sono seguiti gli scavi Scarpari del 1936-39 e del 1954-55 e da ultimo del 2003, in occasione dell'ampliamento dell'ala sud del museo. Le diverse operazioni hanno restituito resti di strutture lignee e depositi archeologici della città etrusca e romana. 

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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