La portaerei Ford torna a casa, ma è solo un "cambio di guardia": dalla Bataan alla Carter Hall, le navi Usa nel Mediterraneo (e nel Mar Rosso). I timori di Israele

Martedì 2 Gennaio 2024, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 20:15

I timori di Israele

Malgrado l'assicurazione della Us Navy sul mantenimento di «un'ampia capacità nel Mediterraneo e attraverso il Medio Oriente», la decisione non sembra essere una buona notizia per Israele. È quanto scrive Haaretz, commentando quello che definisce «l'ultimo sviluppo a sorpresa» della guerra a Gaza. Già presente nel Mediterraneo da maggio, la Ford si era avvicinata ad Israele a scopo deterrente in modo da scoraggiare un'eventuale escalation con il Libano. Per ora il conflitto non si è esteso, ma quella del Paese dei Cedri rimane una frontiera calda con continui lanci di razzi da parte della milizia sciita Hezbollah, a cui Israele risponde puntualmente. Così come rimane alta la tensione per quanto riguarda altri gruppi sciiti filo iraniani in Siria e Iraq. Per non parlare degli Houti in Yemen che minacciano il traffico navale nel mar Rosso. «Gli Stati Uniti e l'Iran sono impegnati in un dialogo produttivo con messaggi aperti e riservati. La riduzione della potenza navale nella regione potrebbe essere stata accompagnata da discreti segnali a Teheran perché ciò non comporti una ulteriore escalation. Ma potrebbe anche rappresentare una scommessa sbagliata da parte americana, che Hezbollah potrebbe interpretare come un'opportunità per assumersi maggiori rischi», nota il giornale israeliano.

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