Mestre. Banksy al museo M9, l'accusa del noto curatore: «Due opere in mostra sono dei falsi». Esposto a procura e carabinieri

Lunedì 18 Marzo 2024, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 19:00

ESPOSTO IN PROCURA

«Sono dei falsi di bassa qualità»,ha riferito il curatore al “Fatto” aggiungendo che «Plausibilmente tali opere provengono dalla casa d’aste Gigar t, asta n. 26, denominata ‘Dismaland Souvenir’». Sul caso sono intervenuti anche la direttrice di M9, Serena Bertolucci, e il presidente di MetaMorfosi Eventi, Pietro Folena, società che ha organizzato l’evento. «Quelle opere non sono indicate in nessun modo - spiegano - nè nel catalogo, nè nell'esposizione come attribuibili a Banksy. Sono infatti classificate come "reperti/souvenir" dell’evento Dismaland, organizzato da Banksy, ed esposte quali significativa testimonianza del processo di idealizzazione creatosi attorno all'artista». Non di Banksy, dunque, ma riconducibili comunque a Banksy. Almeno a quanto risulterebbe carte alla mano. «Così risulta dai certificati di provenienza delle case d'asta di cui il Museo è in possesso e dai timbri apposti sul retro delle due opere, ben visibili al pubblico - proseguono Bertolucci e Folena -
M9-Museo del '900 e MetaMorfosi Eventi, parti lese in questa vicenda, sono e rimangono a completa disposizione delle autorità competenti». Sul caso stanno lavorando i carabinieri del nucleo patrimonio artistico di Venezia per capire se, effettivamente, sia tutto regolare. La chiave saranno ovviamente le certificazioni di cui parlano Folena e Bertolucci e la narrazione delle opere all’interno della mostra. Se non ci saranno incongruenze, l’esposto verrà archiviato e non ci saranno seguiti.

SUCCESSO

Non si hanno numeri ufficiali sulle visite alla mostra (che rimarrà a Mestre fino al 2 giugno) ma a giudicare dall’indotto starebbe andando decisamente bene. In particolare nei fine settimana bar e ristoranti del centro hanno notato un notevole incremento di clienti, in particolari turisti, arrivati in città proprio per visitare l’esposizione di quello che, probabilmente, è il più famoso al mondo degli street artist. Pezzi pregiati, tre pareti intere traslocate a Mestre: una staccata da un garage della città più inquinata del Galles, e altre due dipinte con la stessa tecnica dello “stencil e fuggi”, l’autoritratto in acrilico su tavola. Poi ci sono serigrafie e riproduzioni di altre opere, le copertine dei dischi dei Blur, fino alla bimba con il palloncino dipinta per la prima volta a Londra nel 2004, o “Love is in the air” (il ragazzo col volto coperto che lancia un mazzo di fiori) apparsi nel 2003 a Gerusalemme sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi a West Bank.

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