Lo scorso anno è uscito il suo primo libro, "L'ho fatto per te" (Giunti) in cui per la prima volta ha condiviso frammenti dolorosi di storia famigliare. È stato terapeutico?
«Non ha annullato il dolore però è stato importante ripercorrere momenti trascorsi insieme ascoltando gli zii e i famigliari ho potuto ricomporre frammenti della mia vita. E mi sono detta: ma come abbiamo fatto io e mia madre a rimanere in piedi? Questa domanda ha fatto sì che io mi mettessi in testa di iscrivermi a psicologia, oggi mi piacerebbe specializzarmi nell'infanzia e seguire i bambini che hanno vissuto delle esperienze simili alla mia».