Banksy, il murale di Venezia è a rischio: chi salverà il "bambino migrante"? La Soprintendenza si chiama fuori - Foto

Giovedì 28 Settembre 2023, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 09:31

Casi a confronto


Per meglio spiegare quel che si può innescare attorno a queste opere, Magani porta l'esempio di uno dei casi di street art che aveva seguito da soprintendente a Verona. «Cariverona voleva staccare da una sua proprietà, l'ex Ghiacciaia, dei graffiti, perché li riteneva belli, divertenti, non perché avessero un valore culturale. Operazione non banale, che noi abbiamo seguito dando i nostri consigli tecnici. In quel caso la proprietà si organizzò privatamente e ora quei graffiti sono conservati in delle sale interne. Hanno cambiato natura, potranno anche essere venduti». Ben più complesso il caso veneziano. Sia per questioni tecniche: «Se si volesse staccare l'opera ci sarebbe una complicazione in più legata all'ambiente. Lo stacco potrebbe anche non essere realizzabile». Ma soprattutto perché «entrano in gioco aspetti civilistici e penali. L'anonimo Banksy potrebbe anche mandare una raccomandata! - immagina Magani - A differenza dei graffitari di Verona, si tratta di un artista con un mercato milionario». Una «moda, questa dei graffiti, che fa molto contemporaneo. Sono opere che non valgono nulla, fino a quando non lo decide il mercato. L'arte contemporanea funziona così», ricorda il soprintendente.

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