Uno spettacolo celebra i marinai della cocca Querina del 1432 salvati dagli abitanti di un'isoletta norvegese: è qui che si scoprì il baccalà

Sabato 30 Settembre 2023 di Alessandro Marzo Magno
Scena dello spettacolo

A Venezia, a Venezia! Quando nel 2012 a Røst, capoluogo delle norvegesi isole Lofoten, è stata rappresentata la prima del musical “Querini Opera” era chiaro a tutti che prima o poi quello spettacolo sarebbe dovuto andare in scena nella città dove la storia di cui parla aveva avuto origine. Accade ora, undici anni più tardi, a 600 anni esatti dagli avvenimenti, e nel luogo veneziano più significativo dove una storia di mare, di naufragi e di eroi, potrebbe essere raccontata: l’Arsenale.

Il 27, 28 e 29 ottobre, quindi, nel posto dove batteva il cuore della potenza navale della Serenissima si potrà veder raccontata in chiave contemporanea una delle più avventurose storie marittime veneziane: quella del naufragio della cocca “Querina” nel mare d’Irlanda.

Il relitto vaga senza governo per giorni e giorni, gran parte dell’equipaggio muore, si salvano in pochi approdando nel gennaio 1432 in un’isoletta delle Lofoten, centinaia di miglia più a nord. Tra i sopravvissuti della «infelice e sventurata coca Querina» c’è il suo comandante, Pietro Querini, che molti mesi dopo tornerà a Venezia scrivendo una relazione sulla vicenda. «I stocofis secano al vento e al sole senza sale perché sono pexi de puoca umidità, grasi, e diventano duri come legno; quando i voleno mangiare i bateno con il roverso de la manara» e dà così notizia dell’esistenza dello stoccafisso, ovvero di quel merluzzo essiccato che dalle nostre parti chiamiamo baccalà (mentre il baccalà sarebbe il merluzzo sotto sale). La relazione originale di Querini è conservata nella biblioteca Vaticana, mentre quelle di due suoi ufficiali si trovano alla Marciana. Il patrizio Querini porta con sé la notizia dell’esistenza del baccalà (chiamiamolo così per far prima, anche se dovremmo dire stoccafisso), ma non il pesce essiccato che invece comincia ad affluire nella Dominante 164 anni più tardi, grazie a un mercante fiammingo di nome Marco Manart. 

I “BACALADI”

La prima notizia dell’importazione di “bacaladi” è del 1596 e da allora è un crescendo ininterrotto. Oggi la Norvegia è l’unico produttore al mondo di stoccafisso ottenuto dal Gadus Morhua, merluzzo artico, che viene lavorato nei primi mesi dell’anno alle isole Lofoten. Il 95 per cento di questo prodotto viene esportato in Italia; vedendola dal nostro punto di vista, tutto il pesce essiccato destinato a diventare baccalà mantecato, alla vicentina, alla cappuccina, e così via, arriva dalle Lofoten. Nel nome del baccalà i rapporti tra l’Italia e le Lofoten si fanno sempre più intensi: fino al luglio di quest’anno i turisti italiani in visita nell’arcipelago sono cresciuti del 21 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedenti e una volta giunti a Røst trovano un monumento a Pietro Querini e possono assistere alle rappresentazioni della “Querini Opera” all’interno della “Querinihallen”, la sala principale del locale teatro, magari durante i giorni del “Querinifest”. L’idea di creare uno spettacolo che parlasse dell’incredibile avventura del nobiluomo veneziano, del baccalà e della relazione tra le isole al di là del circolo polare artico e di quelle lagunari dell’Adriatico, aveva cominciato a prendere forma nell’estate del 2007. «La comunità di Røst», spiegano alle Lofoten, «venne visitata da una delegazione proveniente dall’Italia che aveva navigato sulle tracce di Querini da Venezia a Røst, che venne accolta con canti, musica, racconti e ovviamente una grande festa. In passato erano già stati fatti vari tentativi per far emergere le storie uniche dei marinai veneziani che si erano arenati a Røst, ma solo in quel periodo fu capito che per far emergere e far diventare conosciute quelle storie in tutta la Norvegia, Røst avrebbe dovuto assumersene la responsabilità. Quindi, in quel giorno d’estate del 2007, tutti riuniti a Sandøya, l’isola dell’arcipelago dove Querini si arenò, le condizioni erano mature e fu deciso che il comune, il settore commerciale e la vita culturale volontaria avrebbero collaborato per realizzare uno spettacolo che avrebbe raccontato la storia di Pietro Querini, dello stoccafisso e del nostro stretto legame con l’Italia». 

MESCOLANZA DI CULTURE

Tutti al lavoro, quindi. La musica viene composta da Henning Sommerro, il libretto è scritto da Ragnar Olsen. Lo spettacolo sottolinea la mescolanza di popoli, di culture, di sentimenti. Le sonorità spaziano tra opera classica, canto gregoriano, musica popolare norvegese e musica contemporanea. I canti si alternano in diverse lingue: i personaggi italiani si esibiscono in italiano, gli abitanti delle Lofoten cantano nel loro dialetto e il personaggio principale dello spettacolo, Skarven (il cormorano), uccello marino mitologico, canta in inglese. Tutto questo vuol rafforzare il concetto di reciproca comprensione senza dover ricorrere alle parole, un po’ com’era accaduto in quei lontani giorni di 600 anni fa, quando i naufraghi veneziani e gli abitanti dell’arcipelago norvegese non possedevano alcun idioma comune per potersi capire. Al centro di tutto lo spettacolo c’è ovviamente lui: il baccalà. La preparazione non è stata banale: ci si sono messi cinque anni prima di poter andare in scena, ma l’opera è subito un successo. I primi tre spettacoli vanno completamente esauriti e portano tra i 1200 e i 1400 visitatori sull’isola durante un solo weekend. Si replica nel 2014 e nel 2018 e ogni volta l’isola si riempie di visitatori che danno a Røst un’atmosfera unica. L’enorme successo trascina con sé l’idea di dar vita in agosto a una rassegna lirica, il già citato Querinifest, e spezzoni dello spettacolo diventano tanto popolari da essere rappresentati in svariati eventi un po’ per tutta la Norvegia. Finalmente nel 2016 tutta la Querini Opera viene rappresentata durante i giorni di Hansa, a Bergen, la seconda città della Norvegia.

IN PORTO

Quando la città di Bodø, capoluogo della contea di Nordland, è stata nominata Capitale europea della Cultura 2024, si è stabilita una collaborazione con Røst che aveva proprio l’intento di portare Querini Opera a Venezia. Il mezzosoprano Hildegunn Pettersen ci si impegna per tre anni, ormai, ma alla fine il sogno diventa realtà: i norvegesi sono molto orgogliosi del lavoro svolto. «Sarà il fantastico finale», affermano «di un progetto culturale unico che ha messo Røst in rilievo sulla mappa culturale e ha generato effetti positivi per la cultura, l’economia locale e regionale per oltre undici anni. Quando il sipario calerà a Venezia, inizierà il lavoro di trasmettere le conoscenze acquisite dalla comunità in nuovi progetti, nelle imprese e nella società in generale. Nel 2024, quando Bodø sarà Capitale europea della Cultura, Røst ne sarà parte attiva e organizzerà l’evento culturale più grande mai realizzato nel nord della Norvegia». 

Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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