Renato Brunetta indagato «per falso e finanziamento illecito»: vendita sospetta di quote di una società

Al centro la cessione per 60mila euro delle quote di una società al vice capo di gabinetto. La replica: «Il contratto era regolare»

Mercoledì 26 Luglio 2023 di Riccardo Palmi
Renato Brunetta indagato per la vendita di quote della società

Renato Brunetta è stato indagato per un affare con il vice capo di gabinetto avvenuto durante il governo Draghi, nel quale l'attuale presidente del Cnel era ministro per la Pubblica amministrazione e l'innovazione. Le accuse a Brunetta, riportate da alcuni organi di stampa, sarebbero di falso e finanziamento illecito ai partiti.

Secondo quanto finora rilevato dagli inquirenti, l'allora ministro avrebbe venduto per 60mila euro le sue quote in una società che commerciava prodotti sanitari al suo vice capo di gabinetto: si tratta di un ufficiale dell'Arma, anch'egli indagato. Brunetta, prima di vendere le quote, era socio insieme alla moglie del vice capo gabinetto. Per gli investigatori si tratterebbe di un'operazione sospetta. Gli stessi avrebbero trovato conferma in alcuni documenti contraffatti: da qui l'accusa mossa dai magistrati che contestano il reato di falso, in aggiunta a quello di finanziamento illecito.

L'accusa iniziale da cui erano partiti i pm era in realtà ancora più grave: inizialmente si era ipotizzato il reato di corruzione, teoria caduta nel corso delle indagini. Brunetta ha ricevuto un avviso di garanzia poche settimane fa e si attende la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Roma. Il presidente del Cnel è assistito dall'avvocato Franco Coppi, in passato difensore tra gli altri di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi.

 

La difesa di Brunetta

«È stata una vendita regolare - ha ribattuto Brunetta all'Ansa - conclusa con chi aveva il diritto di comprare» in quanto «la compagna del vice capo di gabinetto vantava un diritto di prelazione». Secondo l'ex ministro «la vendita è stata conclusa a un prezzo congruo, i reati di corruzione e illecito finanziamento sono stati archiviati dal Tribunale dei ministri che ha sottolineato come l'intera vicenda sia, in realtà, un semplice rapporto tra privati. Nonostante ciò, la procura continua ad indagare». Brunetta ha poi dichiarato di aver «presentato un'ampia memoria attraverso la quale confido di aver chiarito tutto, non credo sia un reato per un ministro vendere delle quote societarie anche perché con quei soldi non ho finanziato attività politiche o elettorali».

«Abbiamo documenti che a nostro avviso potranno dimostrare nelle opportune sedi l'infondatezza
dell'accusa», ha invece dichiarato l'avvocato Coppi.

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 11:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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