A Pontida Bottacin, Caner e Marcato giù dal palco, ma senza polemiche: «Siamo sul prato per i militanti»

Domenica 17 Settembre 2023 di Alda Vanzan
Giampaolo Bottacin, Roberto Marcato e Federico Caner

PONTIDA - Alla fine non è mancato nessuno. O, meglio, sono arrivati tutti a Pontida, anche i presunti dissidenti, così le defezioni si sono registrate solo sul palco. Giampaolo Bottacin, Federico Caner, Roberto Marcato, sono stati gli unici assessori della Regione del Veneto a disertare l’appuntamento con il governatore Luca Zaia sul palco del raduno della Lega, a non srotolare il bandierone con il Leone di San Marco, a non farsi immortalare nelle foto di gruppo.

Ma a Pontida c’erano. Caner, assessore all’Agricoltura e al Turismo, con la sua polo verde e lo stemmino col Leone di San Marco. Bottacin, assessore all’Ambiente e alla Protezione civile, in semplicissima polo blu. Marcato, assessore allo Sviluppo economico, in assoluta controtendenza: t-shirt blu scuro con la scritta “#onichini libero”. «L’ho fatta fare ieri mattina, appena saputo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non aveva concesso la grazia a Walter Onichini. Chi ha sparato al ladro che gli è entrato in casa deve stare in galera, il bengalese che ha picchiato la moglie va assolto. Un Paese così non è il mio Paese».

IL PRECEDENTE
Anche l’anno scorso Marcato non era salito sul palco: «Tranne un paio di volte, sempre stato con la base». Tra l’altro, richiestissimo per i selfie: «Per fare dieci metri ci ho messo un’ora». Anche Bottacin l’anno scorso era stato giù. Solo che un anno fa non c’era la polemica su Marine Le Pen, non c’era la campagna acquisti di Forza Italia, non c’erano stati provvedimenti disciplinari. Ecco, se mancava qualcuno nella truppa dei consiglieri regionali veneti, questi erano il padovano Fabrizio Boron (espulso lo scorso giugno e di cui si attende l’imminente ingresso in Forza Italia), Silvia Rizzotto, Marzio Favero. Ma cosa pensano gli assessori che disertano il palco della decisione del segretario Matteo Salvini di invitare Marine Le Pen? «Le Pen? Non so, non sono di queste parti», glissa, ironico, Marcato. Caner sorvola: «Io sono qui per i militanti». Ma è chiaro l’intendimento: se mai i tre assessori dissidenti saranno espulsi o puniti dal partito, non sarà per l’assenza dal Pratone. «Inaccettabile - aveva detto Salvini - che figure istituzionali siano assenti a Pontida, se qualcuno si permette di dire e fare una cosa del genere, vuol dire che sono stato troppo buono». 

PRO E CONTRO
Tra i parlamentari vige l’ordine di scuderia di non polemizzare. Dimitri Coin: «Le Pen? È più che altro un dibattito sui giornali, la Lega in Europa si colloca in un alveo preciso». Il sottosegretario Massimo Bitonci: «Matteo sta scegliendo una linea per l’Europa e quello che decide il segretario a noi va bene». Il sindaco di Noventa Padovana, Marcello Bano, non si scompone della presenza di Marine Le Pen («Una volta è stato invitato anche d’Alema»), ma precisa: «Nulla da spartire con lei, è solo un’alleanza in Europa, noi siamo un’altra cosa». Poco più in là, su un Pratone che a fine giornata sarà messo a confronto con l’edizione 2019 per rimarcare gli spiazzi vuoti, c’è un arrabbiatissimo Mario Borghezio: «Marine Le Pen? Averla portata qui è peggio che uno sbaglio, è un crimine politico».

LE MAGLIETTE
Allo stand del Veneto, intanto, le nuove magliette ideate da Bepi Paolin e Mauro Michielon finiscono presto tutte esaurite: rosse, con la scritta “Cerchiamo donne e uomini per un viaggio audace: L’Auto/no/mia, gloria assicurata”. Tra le novità sul Pratone, la gigantografia del certificato elettorale del referendum del 22 ottobre 2017: “Il Signor San Marco ha votato”. Ma a colpire, soprattutto, è la quantità di bandiere della Sardegna e del Centro nazionale sportivo Libertas, oltre al fatto che non c’è un solo tricolore. Se ne accorgono i consiglieri regionali e i rimanente i quattro assessori (Calzavara, Corazzari, De Berti, Lanzarin) che accompagnano Luca Zaia sul palco con il bandierone del Veneto. «Non si è persa l’identità e il Leone è sempre più incazzato», dice il governatore. Poco distante, uno striscione dei giovani piemontesi: “Autonomia o elezioni”.
 

Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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