Bufera a Mogliano. Il sindaco Davide Bortolato fa campagna elettorale con gli adesivi sull'auto, il candidato del centrosinistra: «È bullismo istituzionale»

Sabato 27 Aprile 2024 di Redazione Treviso
Bufera a Mogliano. Il sindaco Davide Bortolato fa campagna elettorale con gli adesivi sull'auto, il candidato del centrosinistra: «È bullismo istituzionale»

MOGLIANO VENETO (TREVISO) - In giro con glia adesivi del suo viso e il simbolo attaccato all'auto, la campagna elettorale di Davide Bortolato sta creando polemica a Mogliano Veneto. Duro l'attacco del candidato sindaco per il centrosinistra Giacomo Nilandi: «L’auto brandizzata di Bortolato viola il codice della strada. In barba alle indicazioni del Comandante dei vigili procede come nulla fosse. Cosa sarebbe successo ad un cittadino comune se avesse adottato un comportamento simile? Vorremmo davvero parlare di altro, ma crediamo sia giusto informare i cittadini del bullismo istituzionale che il sindaco sta perpetrando nei confronti della Polizia locale».

L'auto con logo e faccia del candidato, la polemica

«Bortolato ha infatti deciso di far attaccare sulle fiancate della sua auto privata la sua faccia con il suo logo - spiega Nilandi -. Non lo può fare perché è vietato dall’articolo 57 del regolamento di attuazione del codice della strada.

Dove si dice chiaramente che

"l'apposizione sui veicoli di pubblicità non luminosa è consentita unicamente se non effettuata per conto terzi a titolo oneroso. Sulle autovetture ad uso privato è consentita unicamente l'apposizione del marchio e della ragione sociale della ditta cui appartiene il veicolo".

«Bortolato Sindaco non è evidentemente una ditta - continua Nilandi -. Il comandante Forte in questi giorni ha più volte ammonito il sindaco di levare gli adesivi dall’auto, ma lo stesso continua a circolare ugualmente. Un cittadino comune avrebbe passato dei guai seri per molto meno, lui fa spallucce e se ne infischia, come se fosse al di sopra delle regole. Ci chiediamo come mai arrivati a questo punto la polizia locale, con la stessa solerzia con la quale interviene nelle infrazioni di tutti i giorni, non proceda a combinare al sindaco le sanzioni previste. Non un fatto singolo perché giunge dopo mesi di pratiche legali ma sicuramente molto discutibili dal punto di vista etico e morale: l’aver comprato tutti gli spazi delle affissioni elettorali; l’aver occupato sistematicamente la piazza la domenica mattina non lasciando spazio ai gazebo per la tradizionale propaganda; l’aver chiuso il centro sociale per lavori proprio durante l’ultimo mese di campagna; l’aver posticipato il cantiere per la nuova piazza a luglio per evitare polemiche durante la campagna; l’aver convocato i Consigli Comunali in concomitanza con le iniziative pubbliche dell’avversario; l’aver utilizzato il marchio del comune per farsi pubblicità a zero spese; l’aver utilizzato il comune per far causa a una cittadina che aveva osato criticarlo. Un esercizio del potere legittimo ma che non ci appartiene. Ci sembra importante informare i cittadini di questa situazione perché oltre a quello che si dice o che si fa quando si assume un ruolo istituzionale, conta anche come ci si comporta nell’esercizio delle proprie funzioni».

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