​La Corte dei conti "processa" Degni. Ma il prof di Ca' Foscari: «Resistere»

Giovedì 4 Gennaio 2024 di Angela Pederiva
Marcello Degni

VENEZIA - Infuria la polemica attorno al tweet del "veneziano" Marcello Degni sulla manovra. In un'adunanza straordinaria del Consiglio di presidenza della Corte dei conti, oggi saranno esaminate le dichiarazioni pubblicate su X dal consigliere della Sezione di controllo della Lombardia, che ieri è stato anche deferito al collegio dei probiviri dell'Associazione magistrati contabili.

Una vicenda di rilevanza nazionale, ma con una ricaduta veneta, per la notorietà dell'economista negli ambienti universitari e politici locali.

CHI È
Originario di Roma, da molti anni Degni ha casa a Venezia, dov'è docente a contratto di Ca' Foscari: oltre che direttore del master in Pubblica amministrazione, è titolare del corso di Programmazione e controllo nelle aziende e nelle amministrazioni pubbliche fin dal 2018/2019. Nell'anno precedente l'accademico aveva invece fatto notizia come promotore, insieme all'attivista padovano Dino Bertocco, del doppio ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Veneto e al Tribunale civile di Venezia contro il referendum sull'autonomia, poi celebrato il 22 ottobre 2017, un mese prima della nomina di Degni alla Corte dei Conti da parte del governo Gentiloni. Entrambi avevano agito in qualità di «iscritti nelle liste elettorali di Comuni della Regione Veneto», anche se il professore non ha mai nascosto il suo tesseramento al Partito Democratico, di cui all'epoca era un componente della direzione veneziana. Almeno fino al 2022 il 67enne era affiliato al circolo Vivian, tuttavia da tempo non fa più parte di alcun organismo di circolo, tanto che sull'ex Twitter si definisce «di sinistra» ma «disilluso dei partiti italiani».


PAROLE
Proprio su quel canale social Degni ha postato le parole finite nella bufera il 30 dicembre, quando aveva taggato la segretaria dem Elly Schlein in un commento al via libera della Camera alla finanziaria: «Occasione persa. C'erano le condizioni per l'ostruzionismo e l'esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti». Frasi su cui questo pomeriggio, a partire dalle 17, l'organo di autogoverno della magistratura contabile farà le proprie valutazioni, al termine del confronto con lo stesso economista. L'associazione delle toghe di settore gli ha già contestato la violazione del codice di condotta, con riferimento all'articolo secondo cui «fermo il diritto alla piena libertà di manifestazione del pensiero, il magistrato si ispira a criteri di equilibrio e misura nel rilasciare dichiarazioni ed interviste ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione di massa».


INTERROGAZIONE
Di nuovo su X, in queste ore Degni si è difeso così: «Sulla questione è montata tanta intolleranza, che travalica lo specifico. A questo punto rispondo con le parole di un grande magistrato: "Resistere, resistere, resistere"». E ad Affaritaliani.it, il professore ha aggiunto: «Ho soltanto rimarcato il diritto parlamentare delle opposizioni e non solo, una questione di metodo». Ma il veneziano Raffaele Speranzon, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, ne ha chiesto le dimissioni e ha annunciato un'interrogazione: «La misura è colma. Vogliamo e pretendiamo di sapere come, dal momento della sua nomina, questo magistrato abbia agito perché la sua condotta indecente tutto lascia pensare che non sia stato imparziale nelle sue decisioni». Filippo Sensi, senatore del Pd, ha rotto il silenzio dell'opposizione: «Non penso sia cedere alla campagna della destra per coprire Pozzolo e Delmastro ritenere inopportuna e inaccettabile l'uscita social di Degni».

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