MOGLIANO - Piombano in casa in tre, con la pistola spianata, la puntano contro la coppia di anziani proprietari. Immobilizzano a terra il figlio, legandolo mani e piedi. Rovistano nelle stanze a caccia di contanti e gioielli e poi scappano con il bolide del figlio. Attimi di terrore domenica sera a Campocroce, frazione di Mogliano. La rapina a mano armata è avvenuta poco dopo le 18 e nel mirino è finita la casa di una coppia di anziani, in via del Cristo. «Ho sentito uno sparo, poi un colpo alla porta - racconta ancora scossa Lauretta Marton ai microfoni di Antenna Tre -.
LE INDAGINI
Sul caso indagano ora i carabinieri. I militari hanno raccolto le testimonianze delle vittime e in queste ore stanno visionando i filmati di videosorveglianza della zona per ricostruire il tragitto di fuga. Del resto l’auto rubata deve pur essere stata intercettata dalla videosorveglianza. Targa e modello sono stati diramati a tutte le forze di polizia. Gli investigatori stanno cercando anche di mettere bene a fuoco i contorni della rapina. Se sia stata un evento estemporaneo o se si tratti di un reato maturato in un contesto specifico, come per esempio una spedizione punitiva o un assalto su commissione. Saranno le indagini a fare chiarezza.
L’ALLERTA
Il fatto, intanto, ha destato molta preoccupazione in città. A maggior ragione in un periodo in cui le razzie nelle case sono all’ordine del giorno. Di rapine a mano armata, invece, non se ne vedevano da un po’. Negli ultimi anni quella che fece più scalpore fu la rapina nella villa del petroliere Giancarlo Miotto. La sera del 14 novembre 2021, una domenica, un commando di quattro malviventi piombò nell’abitazione sul Terraglio. Con le pistole in pugno costrinsero i padroni di casa a farsi aprire cassaforte e caveau, minacciando persino di rapire la figlioletta di 7 anni. Fu un colpo milionario: il commando scappò con contanti, gioielli, orologi di lusso e accessori. Domenica sera l’incubo è tornato. A Lauretta, oltre a una fortissima paura, è rimasta la consapevolezza di aver fatto bene a non reagire. «Meglio fare come dicono, sennò quei i te copa».