Vandali distruggono la lapide di Angelo Efrikian, musicista e simbolo della Resistenza Trevigiana. Il figlio: «La matrice è chiara»

Martedì 8 Agosto 2023 di Elena Filini
Vandali distruggono la lapide di Angelo Efrikian, musicista e simbolo della Resistenza Trevigiana. Il figlio: «La matrice è chiara»

TREVISO - Distrutta dai vandali la lapide in onore di Angelo Efrikian nel Giardino della Resistenza del parco Falcone e Borsellino di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. «La matrice è chiara» commenta il figlio Gianni. Tutti conoscono Angelo Efrikian per la sua musica. In pochi sanno che fu una delle colonne della resistenza trevigiana. Nome di battaglia Corrado”: Efrikian combattè sul Cansiglio per la liberazione, anche se non c’è una lapide commemorativa che lo ricordi al Nord. A Cava dei Tirreni invece, lo scorso maggio, è stata apposta dall’Anpi una targa, distrutta dai vandali domenica. La notizia è riportata da Salerno Today” che spiega come il Comitato provinciale Anpi di Salerno esprima il suo profondo sdegno. «Non sapevo nulla, anche se mia sorella Laura aveva cercato di avvertirmi ieri - conferma Gianni Efrikian - la domenica tengo il telefono spento. Ma ieri mattina appena visto il suo messaggio ci siamo sentiti. Un gesto esecrabile che condanno. Ringrazio il comitato provinciale dell’Anpi per aver voluto dar rilievo a questo gesto offensivo»Sempre nello stesso luogo, lo scorso 25 aprile, era stata manomessa un’altra lapide dedicata ad una partigiana. «Si presume che la matrice sia ovvia - ribatte Gianni - Adesso si passeranno a setaccio le telecamere di sorveglianza, probabilmente dalle riprese si potranno individuare gli autori di questo atto esecrabile». Gianni e la sorella Laura sono cresciuti con i racconti della Resistenza. «Nostro padre ci raccontava episodi di quegli anni- continua il figlio- era comandante di brigata e aveva un ruolo nel Cln. Il gesto ci fa rimanere molto male perchè è un insulto non solo all’uomo ma anche al partigiano che è stato».


LA STORIA
Efrikian era nato a Treviso nel 1913. Il padre Akop, di origine armena, proveniva da un villaggio a Sud di Yerevan. Giovanissimo Angelo studia da autodidatta violino e composizione; contemporaneamente intraprende gli studi classici e universitari laureandosi in giurisprudenza. Il suo nome è legato alla riscoperta di Antonio Vivaldi. Nel 1947, infatti, insieme con Antonio Fanna, è tra i fondatori dell’Istituto italiano “A. Vivaldi” che, oltre a promuovere la diffusione e l’esecuzione dei concerti vivaldiani, dà inizio ad una monumentale edizione dell’intera sua opera strumentale, pubblicata a Milano dall’editore Ricordi. Nel 1948 fonda l’orchestra della Scuola veneziana, dal 1958 al 1960 è direttore artistico dell’orchestra dell’Aidem di Firenze e contemporaneamente direttore artistico delle Editions du Cercle Vivaldi de Belgique”. Nel 1964 è tra i fondatori del Centre international de documentation A. Vivaldi, succedendo, quale presidente, a Marc Pincherle.


L’ATTIVITÀ
Da questo momento la sua attività di direttore d’orchestra non conosce soste: richiesto dalle maggiori istituzioni italiane ed europee, arriva più volte alla Scala e al teatro Nuovo di Milano, a Torino, Venezia, Napoli, quindi a Parigi, Budapest, Vienna, al Festival Bach di Lipsia, al Palais des beaux-arts di Bruxelles e ai festival di Bruges, Gand, Anversa e Amsterdam, oltre che in enti radiofonici italiani e stranieri. Direttore stabile dal 1961 al 1969 dei Solisti della Scala di Milano, dal 1970 ricopre lo stesso incarico a Bologna con i Filarmonici del Teatro Comunale, per passare poi a dirigere dal 1978 l’orchestra dell’Angelicum di Milano. Muore a Roma il 31 ottobre 1982. «Mio padre non volle esequie religiose-ricorda ancora Gianni Efrikian- ma quanto fu portato a Treviso fu il sindaco Antonio Mazzarolli a tenere un’orazione funebre in piazza dei Signori. Un discorso magnifico in cui a lungo ricordò l’Efrikian partigiano e laico».

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