Migranti, leghisti divisi Zaia: «Cpr? Pochi rimpatri», Fedriga: «Ma qui funziona»

Mercoledì 20 Settembre 2023 di Alda Vanzan
Migranti, leghisti divisi Zaia: «Cpr? Pochi rimpatri», Fedriga: «Ma qui funziona»

VENEZIA - Governatori leghisti divisi sull'accoglienza ai migranti: Zaia è contrario ai mega hub, Fedriga è contrario all'accoglienza diffusa.

Ma anche sui rimpatri ci sono posizioni discordanti: il governatore del Friuli Venezia Giulia porta l'esempio del Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d'Isonzo: «Funziona molto bene». Il presidente del Veneto invece nutre seri dubbi sulla reale capacità di mandare a casa gli illegali: «Dal 2018 al 2021 su 107mila persone con provvedimento di rimpatrio, ce ne sono stati solo 20mila effettivi. È come svuotare il mare con un secchio».


LE LOCALIZZAZIONI
Ma qualcuno ha detto qualcosa ai presidenti di Regione riguardo ai Cpr, i Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti che non hanno titolo di restare in Italia? Dove li faranno, quanto grandi, per quante persone? Il governatore del Veneto, Luca Zaia scuote la testa: «Su un Cpr in Veneto io non ho mai parlato con nessuno, noi non siamo stati contattati». Il collega dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini (Pd) concorda: «Di Cpr non sappiamo assolutamente nulla». Il presidente del Friuli Venezia Giulia, il leghista Massimiliano Fedriga, invece, rassicura: «Il Cpr, nella mia esperienza di Gradisca di Isonzo, funziona molto bene perché garantisce i rimpatri e soprattutto perché garantisce la sicurezza dei cittadini del luogo. È un impianto controllato dove chi è dentro non può uscire e quindi non è impattante per il territorio». Salvo aggiungere: «Nei Cpr ci sono tutte persone che hanno precedenti penali, è l'esperienza del Cpr di Gradisca di Isonzo. Persone imputate di reati come violenza privata e spaccio vogliamo lasciarle libere di andare dove vogliono anziché rimpatriarli?».


LA FRATTURA
E mentre il segretario veneto della Lega Alberto Stefani sottolinea «la grande differenza» tra centri di accoglienza e centri di permanenza per rimpatrio («Sono due diverse strategie per risolvere il problema e per me sono molto più utili i Cpr finalizzati al rimpatrio, le procedure vanno velocizzate»), resta il fatto che in Veneto il governatore dice di non sapere se e dove si farà questa struttura. Non solo. Sull'accoglienza diffusa Fedriga non ha dubbi: «È stata un fallimento perché non permette il controllo, i cittadini devono sapere che chi dice "evviva l'accoglienza diffusa", in realtà vuol dire che avranno nell'appartamento vicino persone entrate illegalmente a cui è impossibile garantire un controllo, perché sono sparpagliati in modo non controllabile su tutto il territorio. Perciò bisogna fare delle scelte responsabili tra protezione a chi ne ha diritto e sicurezza dei cittadini». E quindi meglio le grandi strutture, meglio i super hub, meglio le tendopoli?
Era stato proprio il governatore del Veneto Luca Zaia a siglare, con il presidente dell'Anci del Veneto Mario Conte (leghista pure lui), un protocollo con i prefetti per evitare i mega assembramenti e favorire l'accoglienza diffusa dei migranti. Un protocollo che era stato immediatamente bocciato dal segretario veneto della Lega, Alberto Stefani - «No all'accoglienza indiscriminata nei Comuni!» - e che alla fine è rimasto lettera morta. Ed è così che ieri Zaia si è tolto un sassolino: «Guardiamo con molta preoccupazione ai numeri, numeri che confermano la preoccupazione che io avevo posto nel dibattito all'inizio dell'estate e che non è stata colta dai grandi strateghi della politica in Veneto e cioè capire che si andava verso un raddoppio degli arrivi quest'anno. E ci stiamo arrivando: saranno circa 200mila rispetto ai 105mila dell'anno scorso con tutte le ricadute sui territori».


I NUMERI
Zaia ha ricordato che sono attualmente 9mila le persone ospitate in Veneto: «E se la misura è colma, l'altro dato è che solo l'8,3% ha lo status di rifugiati, cioè - arrotondando - circa 20mila delle 200mila persone attese. Almeno 150mila sono migranti economici, che non hanno titolo di richiedere alcuna protezione in Italia, perché non scappano da fame e morte. Così rischiamo di rubare letti a chi ne ha diritto». E il presidente del Veneto è scettico anche sui rimpatri: «Nell'ultimo periodo non si è mai superata la soglia annua di 4mila rimpatri. È come cercare di svuotare il mare con un secchio». Duro il giudizio dell'Unione Europea: «Latitante, imbarazzante. Mi piacerebbe sapere dopo la visita a Lampedusa della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, quali saranno le decisioni». E intanto a dire no all'ipotesi di accogliere migranti provenienti dall'Italia è anche l'Austria, con Vienna che ha rafforzato i controlli ai confini: «Se così fosse - ha commentato Zaia - vorrebbe dire che si sta sospendendo lo Spazio Schengen».

Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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