Sputò in faccia ad una studentessa marocchina 17enne in coda allo sportello postale: 57enne assolta

Per il giudice il fatto non sussiste. La ragazzina finì al pronto soccorso per una crisi di panico

Sabato 13 Gennaio 2024
Ufficio postale di Brugnera

BRUGNERA - Vittima di un atto di discriminazione razziale all'ufficio postale di Brugnera? Il giudice per le indagini preliminari aveva disposto l'imputazione coatta nei confronti di una 57enne di Brugnera che il 7 aprile 2022, in coda allo sportello postale, aveva sputato in faccia a una studentessa marocchina invitandola a tornarsene al suo paese.

La ragazza era stata colta da una crisi di panico ed era finita in pronto soccorso. La vicenda è stata scandagliata dal collegio presieduto dal giudice Eugenio Pergola, che ieri ha chiuso il procedimento penale con un'assoluzione perché il fatto non sussiste. La donna era chiamata a difendersi dalle ipotesi di lesioni e le minacce aggravate dalla discriminazione etnica e razziale. Se per le minacce è stata adottata la formula dubitativa (nessuno aveva sentito l'imputata dire «tornatene al tuo paese, vorrei alzarti le mani addosso ma non voglio sporcarmi»), per le lesioni i giudici hanno ritenuto che lo stato d'ansia patito dalla parte offesa non fosse sufficiente a configurare una malattia psicofisica, seppur transitoria.

LA VICENDA
Il caso era stato segnalato dai carabinieri di Sacile. La Procura, una volta ultimati gli accertamenti, aveva ritenuto che non vi fossero i margini per poter sostenere in aula l'accusa di lesioni e minacce aggravate dalla discriminazione razziale, nè l'atto discriminatorio subito dalla vittima. A opporsi alla richiesta di archiviazione, attraverso l'avvocato Alessandro De Paoli, era stata la studentessa. Se per l'atto discriminatorio l'archiviazione è stata confermata dal gip Rodolfo Piccin, per le lesioni e le minacce aggravate dalla discriminazione etnica e razziale il giudice aveva rimandato il fascicolo al pm ritenendo che la condotta della 57enne, difesa dall'avvocato Alessia Crapis, fosse diseducativa, oltre che umiliante.

IN POSTA
Quel giorno la 17enne aveva accompagnato la madre all'ufficio postale per aiutarla ad attivare la carta bancomat. La procedura da seguire era piuttosto complessa e la ragazza aveva chiesto indicazioni allo sportello nel momento in cui stava per essere servita l'indagata, che ha reagito. Le ha chiesto di quale nazionalità fosse. Quando ha scoperto che era marocchina, le ha detto di tornarsene al suo paese. «La donna si è abbassata la mascherina - ha ricordato detto l'avvocato di parte civile -, e le ha sputato in faccia minacciandola di stare zitta altrimenti le avrebbe messo le mani addosso pur non volendo sporcarsi le mani». La giovane, che vive in Italia da quando aveva tre anni, ha cominciato a singhiozzare, non riusciva a parlare e respirare. Qualcuno voleva chiamare un'ambulanza, ma la 17enne ha rifiutato i soccorsi, anche se poi è andata in ospedale, dove le hanno dato dei medicinali per placare la crisi di panico. La consapevolezza che ciò che le è successo avrebbe potuto ripetersi, l'ha poi spinta a presentare denuncia.
 

Ultimo aggiornamento: 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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