Apertura di Electrolux sul piano industriale per Porcia, ma sugli esuberi nessun passo avanti: tagli confermati

Il sindacato disponibile a firmare l'accordo per gli impiegati ma è pronto a fare le barricate per non depotenziare la fabbrica

Giovedì 14 Marzo 2024 di Loris Del Frate
Apertura di Electrolux sul piano industriale per Porcia, ma sugli esuberi nessun passo avanti: tagli confermati

PORDENONE - Un passo avanti, non c'è dubbio, ma su "caso Electrolux" e in particolare sullo stabilimento di Porcia, c'è ancora molta strada da fare. A questo punto, dopo l'incontro al tavolo ministeriale di martedì, l'appuntamento più importante è quello del 21 di marzo che vedrà da una parte le organizzazioni sindacali, dall'altra il vertice aziendale. In ballo la definizione dell'accordo sugli esuberi. La situazione, però, è già abbastanza chiara. Electrolux, infatti, pur facendo qualche passo avanti sul fronte dei contatti e del piano industriale (anche se ancora non c'è un indirizzo ben preciso e specificato) ha già spiegato in tutte le lingue del mondo che non ci saranno sconti sugli esuberi già annunciati.

E questo riporta la questione a Porcia.


GLI IMPIEGATI
È il primo passaggio, quello più traumatico. In tutto quelli considerati in eccedenza, tra livelli più bassi e livelli intermedi, sono 86. Un colpo non da poco, anche perché si andrà a disperdere parte di quel capitale umano che ha contribuito a mandare avanti anche l'ufficio ricerche. Per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali Electrolux ha avviato la procedura di licenziamenti collettivi. È sufficiente ad indicare la determinazione a non tornare indietro su questo fronte. Electrolux, però, non vuole premere sull'acceleratore ed ha lasciato una via di passaggio chiedendo alle organizzazioni sindacali di firmare l'accordo che prevede le dimissioni volontarie incentivate. Insomma, nessun licenziamento, ma ognuno si autoelimina firmando le dimissioni con un assegno di circa 71 mila euro per uscire dal circuito della multinazionale svedese. Questo è quello che chiede l'azienda. Non ci sono margini di trattativa. Il 21 di marzo, salvo improbabili sorprese, il sindacato firmerà l'accordo, a fronte del fatto che l'alternativa è andare allo scontro con l'uscita comunque garantita e pure senza incentivo.


GLI OPERAI
È il discorso più delicato. Sempre a Porcia ce ne sono un centinaio in esubero. Anche su questo fronte Electrolux propone le dimissioni volontarie incentivate (l'assegna è meno pesante), ma è stata più morbida visto che ha accolto, sino al prossimo giugno, i contratti di solidarietà. Stipendio più basso, ma lavoro per tutti. E dopo giugno? Il sindacato non vuole sentir parlare di altre uscite, anche perché nuovi licenziamenti significherebbero mettere in moto un processo di depauperamento dello stabilimento con un numero di lavatrici sempre più basse, indipendentemente dalla ripresa o meno del mercato. Ecco, quindi, che la richiesta del sindacato sarà quella di prorogare gli ammortizzatori sociali. Una richiesta insindacabile al punto che se non sarà accettata, potrebbe saltare anche il patto per gli impiegati.

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LA REGIONE
Non ci sono dubbi sul fatto che la Regione, con il presidente Massimiliano Fedriga, l'assessore Alessia Soleno e il collega Sergio Emidio Bini abbia giocato le carte sul tavolo. Bini l'altro giorno era a Roma, al Ministero. «L'attenzione della Regione per la tenuta dell'occupazione e il futuro della produzione nel polo di Porcia è massima. Non a caso, il tavolo convocato al Ministero è il culmine del percorso di interlocuzioni avviato fin dal maggio scorso». A riferirlo è l'assessore alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini. «Il caso Electrolux a spiega Bini a si inserisce all'interno di un complesso scenario macroeconomico, caratterizzato da un eccessivo squilibrio nel costo delle materie prime a vantaggio dei paesi asiatici, che ha ripercussioni su tutto il mercato del bianco. In questo contesto, il rilancio del settore dipende non solo dall'Italia, ma anche da un'azione politica forte che l'Europa è chiamata a mettere in campo. È necessario stabilire nuove regole che permettano alle nostre imprese di competere alla pari del resto del mondo. Per questo, abbiamo chiesto con forza e urgenza un'azione congiunta e coordinata da parte di istituzioni, sindacati e aziende stesse. Di fronte a questo scenario a continua Bini a diventava cruciale nell'immediato ottenere da parte dell'azienda garanzie sul piano industriale e rassicurazioni sulla centralità del sito di Porcia, che è stata riconfermata dall'ade di Electrolux Italia Raniero. L'azienda ha ribadito la disponibilità a ricorrere a strumenti di ammortizzazione sociale e de contribuzione, riduzione del cuneo fiscale e flessibilità contrattuale. "L'attenzione rimane elevata a ha concluso l'esponente della giunta Fedriga a. Il piano presentato attesta la volontà della multinazionale di continuare a investire in Italia e in particolare a Porcia, ma continueremo a vigilare».

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