Crisi Electrolux, l’impegno del governo: «Chiederemo nuovo piano industriale con Porcia al centro»

Il ministro Luca Ciriani chiederà un progetto industriale ad hoc. Sarà questo il salvagente proposto martedì alla multinazionale

Domenica 10 Marzo 2024 di Marco Agrusti
Crisi Electrolux, l’impegno del governo: «Chiederemo nuovo piano industriale con Porcia al centro»

PORDENONE - Non c’è stata l’occasione per parlare a quattrocchi della questione con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ma a margine della visita della premier a Pordenone, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha messo comunque a terra la strategia del governo in vista dell’incontro di dopodomani al ministero delle Imprese e del Made in Italy: alla multinazionale svedese sarà chiesto un nuovo piano industriale con al centro lo stabilimento produttivo di Porcia. L’obiettivo è quello di spingere il gigante dell’elettrodomestico a garantire almeno la continuità di investimenti in provincia di Pordenone. «Perché il timore di altri tagli - ha sussurrato il ministro Ciriani a Pordenone - in caso contrario sarebbe concreto». 


IL PIANO
«Il piano industriale e in generale l’operazione condotta fino ad oggi dalla multinazionale a Porcia ha dimostrato di non funzionare e di non aver funzionato», ha tuonato il ministro per i Rapporti con il Parlamento. «E per questo la nostra proposta principale - e qui Ciriani parla a nome del governo Meloni, impegnato in prima linea nella trattativa in un tavolo che vedrà esclusivamente Electrolux al centro - sarà quella di un nuovo piano industriale con Porcia al centro.

L’obiettivo primario è quello di salvare e ripensare la produzione nel Pordenonese, anche grazie all’innovazione sugli elettrodomestici. È questo che chiederemo all’azienda nell’incontro del 12 marzo». 


IL PESSIMISMO
Non c’è invece grande speranza per quanto riguarda una marcia indietro sull’ultimo piano di esuberi messo a terra dalla multinazionale svedese dell’elettrodomestico. Nemmeno i vertici del governo Meloni hanno in agenda un pressing particolare su una decisione che di fatto l’azienda ha già preso in autonomia e sulla quale non si potrà tornare indietro. Si lavorerà soprattutto sul futuro, dal momento che si punterà a salvaguardare chi rimarrà ancora nel perimetro dello stabilimento di Porcia. Si ricorda che anche gli operai non sono fuori dal pericolo, dal momento che per ora sono coperti dall’applicazione del contratto di solidarietà. Una volta terminato l’ammortizzatore, però, senza un piano di investimenti dedicato a Porcia si riaffaccerà lo spettro degli esuberi anche in linea di produzione. 


IL QUADRO
Slitta al 21 marzo, intanto, l'incontro programmato tra le organizzazioni sindacali ed Electrolux Italia durante il quale saranno discussi gli esuberi negli stabilimenti friulani. Il rinvio è stato originato dalla convocazione, per il 12 marzo, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del tavolo nazionale dedicato esclusivamente alla situazione della multinazionale svedese. I rappresentanti dei lavoratori hanno così preferito chiedere di posticipare il faccia a faccia con l'azienda a quando il quadro sarà più chiaro. Per quanto riguarda le unità produttive di Porcia e Pordenone, gli esuberi indicati sono di 86 unità tra impiegati e operai: ci sarà una significativa azione di incentivo all'esodo volontario.

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IL CONTESTO
C’è anche una notizia di segno positivo: lo stabilimento di Porcia per ora non soffrirà a causa della carenza di componenti in arrivo dalla Cina. I rappresentanti di fabbrica sono stati rassicurati dalla direzione del Pordenonese per quanto riguarda il mese di marzo. A Porcia intanto si continua a lavorare con turni da sei ore a causa del basso livello dei volumi. La situazione nella lingua d’acqua più trafficata del mondo, cioè nel canale di Suez, nel frattempo non migliora. E lo stabilimento Electrolux di Porcia conta sulle schede madri cinesi che arrivano dalla megalopoli industriale di Shenzhen per poter completare le proprie lavatrici. Il pericolo è quello che ad aprile si vada incontro a delle giornate di chiusura totale dello stabilimento, proprio a causa della mancanza dei materiali dalla Cina.

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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