BELLUNO - La dottoressa Maria Barnabò, dirigente medico al Pronto Soccorso di Belluno Uls Dolomiti e direttore medico di Val Belluna Emergenza proseguirà la sua attività fino agli inizi del 2029, nonostante abbia raggiunto nel prossimo gennaio 2024 il limite d’età per il congedo in pensione. Così in base alla sua richiesta alla dirigenza dell’Uls bellunese è stata emanata un’apposita delibera a firma del Commissario, Giuseppe Dal Ben, che le permette di proseguire nel suo rapporto di lavoro, non ricoprendo un incarico di direzione di struttura complessa e quindi la sua posizione è stata valutata consona alle esigenze aziendali.
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Il via libera
Infatti, si sono espressi favorevolmente in merito il direttore della unità operativa complessa Pronto Soccorso e il direttore medico dell’ospedale di Belluno. Il loro parere è stato infine avallato dal direttore sanitario con il supporto della norma sulla prosecuzione del rapporto di lavoro fino al maturare del 40. anno di servizio effettivo, fissando, comunque, il limite massimo di permanenza al compimento dei 70 anni di età. Maria Barnabò, nativa di Auronzo di Cadore dove si trova la casa paterna, ha svolto la sua attività al Luigi Rizzardi di Auronzo, poi nell’ospedale del Cadore Giovanni Paolo II di Pieve, prima di essere trasferita al San Martino di Belluno. Molti pazienti che in questi anni hanno ricorso alle sue cure ed i loro famigliari la ricordano di grande professionalità, umanamente sensibile e prontamente disponibile all’ascolto, soprattutto nei confronti delle persone anziane e maggiormente sofferenti.
La dedizione
Certamente anche per i pazienti cadorini è stato ed è ancora un valido punto di riferimento. Così molti giudicano la sua decisione, al di là degli aspetti di carriera, come un’ulteriore testimonianza di dedizione alla salute del prossimo dimostrata a vari livelli, rispondendo all’attuale impellente esigenza di reperimento di medici. Nel 2022 Maria Barnabò ha preso parte alla lista civica di “Insieme per Auronzo” con la ricandidata sindaca Tatiana Pais Becher con l’intenzione di contribuire generosamente alla crescita sociale del suo paese natale, del resto sulla scia della famiglia di origine.