BELLUNO - «Non ebbe nemmeno il tempo di accorgersi dell'arrivo dell'altro sciatore che lo travolse». Testimonianza chiave ieri in tribunale a Belluno nel processo per la morte di Rizieri Ongaro, investito e ucciso mentre sciava sulla pista Le Ciaune in comune di Selva di Cadore l'8 marzo 2022. L'ex sindaco di Cencenighe morì tre giorni prima di compiere 78 anni dopo una vita in cui ricoprì diverse cariche nella sua carriera politica e amministrativa.
IN AULA
Sul banco degli imputati Rhys Phillips, cittadino inglese di 31 anni, nato ad Aldershot, ma residente a Copenaghen chiamato accusato di omicidio colposo: ieri era presente in aula difeso dagli avvocati Ernesto Caracciolo e Aldo Bissi. Fu lui secondo la procura della Repubblica di Belluno a investire Ongaro, procurandone la morte per una serie di lesioni e fratture toraciche. In aula c'era anche la figlia di Ongaro, costituita parte civile con gli avvocati Antonio Prade e Massimo Montino. Nell'udienza sono stati sentiti alcuni testimoni dell'accusa: i carabinieri del soccorso piste che hanno prestato le prime cure a Ongaro, ma soprattutto due testimoni che hanno assistito all'incidente dall'alto, durante la risalita con la seggiovia.
LA RICOSTRUZIONE
Un teste, in particolare, E.L. 37 anni, residente in provincia di Padova, ha confermato quanto aveva già dichiarato nel corso delle indagini preliminari e cioè che l'inglese, provenendo da monte e con maggiore velocità, avrebbe investito Ongaro senza che quest'ultimo avesse avuto la possibilità di accorgersi dell'arrivo dell'altro sciatore.
ALTRI ELEMENTI
In tribunale ieri anche i familiari di Ongaro che hanno prodotto alcune immagini e video dello sciatore inglese durante la sua vacanza sulle Dolomiti (e pubblicate sui social network) che proverebbero anche la sua propensione a prendersi dei rischi durante la pratica dello sci. L'udienza infine è stata rinviata al prossimo 19 settembre quando sarà sentito l'imputato, ma anche la sua fidanzata e i consulenti tecnici tra cui il medico legale nominato dalla procura della Repubblica, Antonello Cirnelli che si occupò dell'autopsia e che escluse cause naturali nel decesso di Ongaro, provocato secondo il medico - esclusivamente dai traumi riportati nello scontro.