«Lei non sa chi sono io, vedrà di cosa sono capace»: Cesare Battisti a processo per oltraggio agli agenti

Venerdì 14 Ottobre 2022
Cesare Battisti

L’ex terrorista Cesare Battisti torna a far parlare di sé. Questa volta da detenuto. Battisti, un paio di anni fa, mentre era recluso in un carcere calabrese, avrebbe apostrofato in modo minaccioso alcune guardie penitenziarie rivolgendosi loro con il classico: «Lei non sa chi sono io». A cui l’ ex esponente dei Pac (Proletari armati per il comunismo), aveva pensato bene di aggiungere un ancora più eloquente e intimidatorio: «Vedrà di cosa sono capace»
Nelle scorse settimane il nome dell’ex terrorista rosso condannato in via definitiva all’ergastolo per quattro omicidi, era tornato alla ribalta perché era stato modificato il suo status di carcerato.

Per decisione della amministrazione penitenziaria, Battisti era diventato un “detenuto comune” uscendo quindi dal regime di semi-isolamento in cui era stato collocato da quando, a conclusione del suo lungo “esilio” protetto in Brasile, era finalmente entrato nelle carceri italiane per scontare la sua pena.


POLEMICHE
Una decisione che aveva suscitato le reazioni polemiche (“Speriamo di non trovarcelo presto libero”) dei parenti delle vittime di Battisti e dei Pac, tra cui i familiari di Lino Sabbadin, il macellaio veneziano di Santa Maria di Sala assassinato il 16 febbraio del 1979 da un commando di cui faceva parte Battisti. 
Nella sua nuova veste di “detenuto comune” l’ex terrorista comparirà oggi davanti al tribunale di Castrovillari, in provincia di Cosenza, per la prima udienza in un processo che lo vede questa volta imputato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e oltraggio alla polizia penitenziaria.


DETENUTO
Battisti, che sta scontando una pena all’ergastolo ed è attualmente detenuto in regime di carcere ordinario a Parma, nel 2020 si sarebbe opposto con estrema decisione ad un controllo della polizia penitenziaria su una lettera che aveva ricevuto. Le verifiche sulla corrispondenza dell’ ex terrorista erano state disposte dal tribunale di Sorveglianza mentre Battisti era detenuto nel carcere di Rossano Calabro. Nel capo di imputazione si afferma che Battisti si sarebbe prima rifiutato decisamente di consegnare agli agenti la lettera. Poi si sarebbe rivolto loro affermano con toni minacciosi: «Lei non sa chi sono io. Vedrà di cosa sono capace». Ora toccherà al tribunale calabrese valutare la gravità di questo comportamento.

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