Sarebbero i «fratelli di Dio» piombati nella vita della famiglia di Altavilla Milicia per contribuire a distruggerla.
Massimo Carandente e Sabrina Fina avrebbero raccolto la richiesta di aiuto di Giovanni Barreca. Sarebbero stati loro i promotori dell'esorcismo per liberare le vittime dal demonio. Promotori, ma anche partecipi dell'orrore che affonda le radici nel fanatismo religioso. Ieri mattina i compagni di scuola hanno ricordato Kevin, che frequentava il liceo artistico di Bagheria. Commozione, ma anche spunti investigativi. Un amico ha letto il contenuto dell'ultimo messaggio ricevuto da Kevin. Il 4 febbraio il diciassettenne scriveva «che erano entrate in casa due persone che, se non sbaglio, venivano chiamate fratelli di Dio». Si tratterebbe di Carandente e Fina. Quarantuno anni, di Palermo, lei; 50 anni lui, nato a Pozzuoli in Campania. Abitano nella borgata marinara di Sferracavallo. Vivono vendendo prodotti per la salute e il benessere del corpo (così li pubblicizzano sui social): dagli integratori alimentari alle creme per il viso. «L'amore non minaccia» c'è scritto sul profilo Facebook della donna da cui emerge più l'indole commerciale che il fanatismo religioso. I messaggi dei prodotti in vendita sono intervallati da post sulla vita che «va vissuta con Dio altrimenti è priva di senso» e su «Gesù che libera dal peccato».