Incidente a Chioggia, parla il pompiere-eroe: «Ho salvato una donna, ma piango per la morte del figlio del mio amico»

Martedì 2 Aprile 2024, 00:40 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 11:54

IL RACCONTO

Nel racconto di Costa c’è amarezza ma anche pragmatismo. Sa che ha fatto tutto quello che umanamente si poteva fare.
«I soccorsi sono arrivati nel più breve tempo possibile, se fossi stato in servizio con la mia squadra forse ora non saremmo a piangere la morte di Daniele, ma d’altronde – aggiunge quasi riflettendo a voce alta – se io non avessi abitato così vicino le vittime sarebbero potute essere due».
Quindi la domanda è lui a porla a chi lo intervista: «Perché tanto interesse per questo intervento? Io ho salvato diverse persone in situazioni simili ma non sono mai stato cercato dai giornalisti come stavolta. Solo perché ero in borghese? Ho fatto né più né meno quello che avrei fatto se fossi stato in divisa. Un eroe? Allora tutti i pompieri sono eroi».
Costa, ci si abitua al dolore degli altri? Un solo attimo di esitazione: «No. Sembriamo distaccati, freddi, professionali. E lo siamo pure perché dobbiamo agire senza coinvolgimento. Ma dentro soffriamo. Al rientro, di sera, siamo stanchi, demoralizzati, sì anche frustrati».
Poi si torna al lavoro. Ieri mattina turno 8-20.
Che Pasqua ha trascorso? «Con un pensiero fisso in testa». Quale? «Che nel giro di una settimana ho perso un amico, Gianni, e il figlio di un amico, Daniele. Tuttora stento a crederci». Il riferimento va alla famiglia uccisa in casa dal rogo scoppiato la domenica delle Palme a Sottomarina: Gianni Scarmanati, asfissiato dal fumo insieme alla moglie Luisella e al secondogenito Davide. Per domani, giorno dei funerali, il sindaco di Chioggia ha proclamato il lutto cittadino.

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