25 aprile, perché si festeggia e cosa è la Liberazione: il significato dell'anniversario

Mercoledì 24 Aprile 2024, 13:50 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 15:12

Perché a volte è stato definito "divisivo"?

Il 25 aprile e la Resistenza non sono sempre stati patrimonio comune. Basti pensare che negli anni Sessanta, e per molto tempo dopo ancora, i programmi scolastici si fermavano alla Prima guerra mondiale e i temi dell’uso pubblico della storia e della memoria si sono sviluppati in seguito, e quindi recentemente. La guerra civile che scoppiò in Italia ha avuto aspetti fratricidi: è capitato che all'interno di stesse famiglie ci fossero combattenti schierati su fronti opposti. Nel primo decennio degli anni Duemila, lo scrittore e giornalista Giampaolo Pansa si è dedicato a lungo alla memorialistica di quegli anni, ai fascisti sconfitti, svelando aspetti tutt'altro che edificanti della guerra civile combattuta sia dai partigiani che dai fascisti (i suoi best seller fecero scoppiare la cassetta della posta: ricevette ventimila lettere in dieci anni, una media di cinque messaggi al giorno). Il suo lavoro minò un antifascismo di maniera: la narrazione della Resistenza come patrimonio esclusivo del Partito comunista e delle Brigate Garibaldi. Nel 2006, nel suo primo discorso di insediamento, l'allora Capo dello Stato Napolitano, citò la Resistenza: «Ci si può - io credo - ormai ritrovare, superando vecchie, laceranti divisioni, nel riconoscimento del significato e del decisivo apporto della Resistenza pur senza ignorare zone d'ombra, eccessi e aberrazioni». Molti storici ravvisano nella scrittura e approvazione della Costituzione il momento in cui si è potuto esprimere - dopo il regime e la guerra - un compiuto senso della cittadinanza democratica in cui le divisioni, le "religioni politiche" legate alle ideologie del secolo scorso si elidono, visto che la nostra legge fondamentale, frutto dell'immediato dopoguerra e quindi anche delle restrizioni materiali e non patite a causa della dittatura, si fonda sulla libertà di parola, di voto e «addirittura di veder presenti in Parlamento esponenti che contestavano quella stessa Costituzione nei suoi fondamenti», ha ricordato Mattarella.

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