VICENZA - La pop-art sbarca a Vicenza. Si inaugura oggi alla Basilica Palladiana la mostra "Pop-Beat-Italia 1960/1979. Liberi di sognare", prodotta dal Comune berico insieme alla casa editrice Silvana Editoriale. L'allestimento è curato dall'artista Roberto Floreani che a questo proposito ha raccontato ieri durante la vernice: «Una mostra viva, comprensibile, popolare, che riporti nella collettività la leggerezza e la propositività sociale di quegli anni, attualizzando quella "Libertà di sognare" che oggi può rivelarsi salvifica dopo le costrizioni del lockdown».
Il racconto delle generazioni Pop e Beat
Vicenza, grazie anche all'impegno del Comune (assessorati Cultura, Turismo e attrattività, e Istruzione), diventerà da oggi al 30 giugno 2024 un autentico laboratorio, «gioioso e accessibile a tutti» come lo ha definito il sindaco Giacomo Possamai.
Un percorso di cento tappe.Tutti gli artisti
Per la prima volta saranno esposte e raccontate insieme le generazioni Pop e Beat italiane, testimoni di un sentire comune di quegli anni, legato a una visione ottimistica del futuro e all'impegno movimentista del Sessantotto, rendendosi quindi originali e autonome dalle suggestioni Pop e Beat americane, per troppi anni indicate come determinanti ma delle quali, come ha sottolineato Floreani, sono in qualche maniera precorritrici nonostante la rivendicazioni dell'America di Allen Ginsberg e Roy Lichtenstein.
In un percorso di 100 opere di 35 artisti da Baj a Rotella, da Ceroli a Schifano, passando per Marotta e la Fioroni sarà evidenziata l'unicità propositiva e la statura assoluta della Pop italiana in Europa, nonché le differenze sostanziali e l'autonomia dei suoi artisti rispetto a quelli americani. In Italia si alimenterà infatti una frequentazione dal basso, sensibile alla tradizione artistica nazionale, al paesaggio, all'avanguardia futurista, che sarà protagonista dei mutamenti sociali, politici e culturali nelle piazze, nelle strade, nelle fabbriche, nelle università. Istanze diventate oggetto di gran parte delle opere e dei documenti esposti. Distanti, quindi, da quelle degli artisti e letterati americani, presto vezzeggiati in ambito mercantile e universitario, spesso ricevuti come autentiche star e orientati all'evidenza dei prodotti di consumo della società di massa amplificati dalla pubblicità.
La corrente italiana
Alla generazione Beat, fino ad oggi conosciuta in realtà non così tanto per i fermenti a Milano e Torino, verrà finalmente restituita un'identità nazionale, considerando la generosa e meno nota esperienza proprio dell'Antigruppo siciliano, guidato dalla figura carismatica di Nat Scammacca, di cui saranno esposte le pubblicazioni fondative, relative alla sua Estetica Filosofica Populista, fortemente politicizzata e contro la mercificazione dell'arte. Antigruppo in chiara polemica con il Beat salottiero ed egemonico del Gruppo '63, legato all'influenza dei grandi editori del nord e dei concorsi letterari, e molto meno attento alle pulsioni popolari, e che merita quindi un'attenta rivalutazione per la sua attività artistica e sociale meritoria, spontanea, instancabile. Non solo arti visive: l'atmosfera Beat sarà garantita anche dalla musica di quegli anni, diffusa in loop, e rappresentata dai rari documenti originali di Gianni Milano, mentore di un'intera generazione rappresentata da Aldo Piromalli, Andrea D'Anna, Gianni De Martino, Pietro Tartamella, Eros Alesi, Vincenzo Parrella e molti altri. Tra le numerose opere che saranno presenti in mostra, a illustrare il percorso espositivo, ricordiamo: Enrico Baj, Coppia, 1963; Renato Mambor, La pistola giocattolo, 1965; Umberto Bignardi, Senza titolo, 1965; Gino Marotta, Natura modulare, 1966 e sempre di Marotta Giraffa artificiale, 1972; Piero Gilardi, Mais, 1966; Mario Schifano, Futurismo Rivisitato, 1967; Fabio Mauri, Cinema a luce solida, 1968; Bruno Di Bello, Ritratto di Paul Klee, 1968; Umberto Mariani, La contestazione mondana, 1968. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, a cura di Roberto Floreani, con testi di Roberto Floreani, Gaspare Luigi Marcone, Alessandro Manca.