Il generale Roberto Vannacci candidato capolista della Lega, lo scontento del Carroccio a Nordest. Marcato rincara la dose: «Io avrei messo un veneto, lui non c'entra nulla con la nostra storia»

Sabato 27 Aprile 2024
Roberto Marcato e Roberto Vannacci

Matteo Salvini scommette sul generale Roberto Vannacci come capolista in tutte le liste per la Lega alle elezioni europee e dal Veneto parte il borbottio di disapprovazione degli esponenti del Carroccio, un mormorio che rischia di diventare una protesta vera e propria. Ieri Massimiliano Fedriga ha dichiarato che voterà tre candidati friulani ed oggi rincara la dose Roberto Marcato, affermando che, se fosse stato per lui, il capolista sarebbe stato un veneto.

Ma Salvini con questa mossa vorrebbe intercettare circa 800mila voti in più, l'equivalente di circa il 3% se votassero i 24milioni delle Politiche del 2022, anche a costo di scontentare una parte del suo partito. Ma esiste un modo per migliorare il rapporto con i leghisti del Nord Italia? Vannacci è laconico: «Non c'è bisogno di porgere ramoscelli d'ulivo, perché io non ho mai sollevato alcun problema - ha detto in un'itervista a La Stampa -.

Se qualcuno si è espresso negativamente nei miei confronti, lo capisco, fa parte di una fase, ma quando si tratterà di lavorare insieme spero si chiudano gli armadi del passato e si guardi al futuro»

Il disappunto di Marcato: era meglio un capolista veneto

Marcato non usa mezzi termini, considera il genare Vannacci del tutto alieno al Carroccio, e si esprime anche sulla questione della candidatura di Zaia e sul terzo mandato, oramai considerato impossibile. Secondo Marcato «la candidatura di Zaia è incompatibile con quella di Vannacci». Peraltro, aggiunge, «Vannacci non c'entra nulla con la storia della Lega». Marcato non nasconde il suo pensiero, quindi, pur dicendo di prendere atto della decisione del leader Matteo Salvini e del segretario regionale Alberto Stefani: «Io avrei messo come capolista un veneto o una veneta per la Lega».

Vannacci un paracadutato?

Più freddo chi nella Lega lo considera «un paracadutista paracadutato». Non lo voterà Gian Marco Centinaio. «Speriamo di candidare anche qualcuno della Lega...", ironizza nella stessa direzione Paolo Grimoldi, coordinatore del Comitato Nord creato da Umberto Bossi.

L'ironia e le critiche degli alleati della Lega

Tra gli alleati commenta sarcastico il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Una scelta win-win, come si dice. Per lui, per la Lega e per l'esercito». Se verrà eletto, dovrà lasciarlo o andare in aspettativa. «Anche Crosetto ha tanto seguito nelle Forze Armate e in Leonardo - la risposta al veleno del vicesegretario leghista Andrea Crippa -. E visto che ha così tanto seguito si candidi e si misuri in una campagna elettorale difficile e dispendiosa». «Il sarcasmo lo lascio al ministro. È una sua opinione, se ritiene che sia così non vorrei deluderlo», replica Vannacci, che «per ora» non lascia l'esercito e, se non dovesse approdare a Strasburgo, deciderà più avanti come comportarsi. «Non sono sicuro di essere eletto, ora inizia la vera battaglia», dice ancora il 56enne toscano, che giura di aver sciolto il nodo solo «3-4 giorni fa», mandando un whatsapp a Salvini: «Mi ha scritto che era contento».
 

Vannacci e le classi separate a scuola

Di certo il generale non perde occasione per fare parlare di sé, tra le ultime dichiarazioni quelle sulla scuola: «Credo che delle classi con "caratteristiche separate" aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare. Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico». E' uno dei passaggi chiave dell'intervista del generale Roberto Vannacci, da pochi giorni candidato con la Lega alle Europee, a La Stampa.

Mussolini uno statista?

Vannacci sostiene anche «non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni. Rivendico anche la considerazione su Mussolini, che è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di statista sul dizionario».

L'aborto non è un diritto

Il generale sostiene poi che l'aborto sia «un'infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto». 

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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