Mestre. Condominio sotto assedio di tossici e spacciatori. Residenti barricati: «Costretti a usare le uscite laterali per entrare e uscire»

Gli inquilini dello stabile di 90 appartamenti tra Rampa cavalcavia e via Cappuccina vivono nel terrore: tutti hanno paura di uscire o entrare, perfino gli addetti alle pulizie. Anche l'amministratore Luca Rizzi è esasperato

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Fulvio Fenzo
Mestre. La resa del condominio Bandiera

MESTRE - «Erano in una decina, alle 7 e mezza di mattina. Spacciatori e tossici che si preparavano la dose, più un paio distesi che dormivano sul gradino davanti all'entrata del nostro condominio. Era praticamente impossibile uscire perché c'è da avere paura a farsi largo tra quella gente. Tanta paura. Così siamo stati costretti ad uscire dalle porte laterali.

Ed è casa nostra».

Sembrava perfino impossibile che le cose, al condominio Bandiera, potessero andare peggio, tra l'altro dopo l'omicidio avvenuto nell'agosto scorso. E, invece, con l'inizio del maltempo si sono moltiplicate le presenze davanti agli ingressi dei palazzoni tra Rampa cavalcavia e via Cappuccina. E adesso, dopo essersi accollati le spese per i passaggi quotidiani della vigilanza privata ed un aumento delle pulizie per raccogliere i resti di bivacchi che arrivano anche nei vani scale, dal pianterreno fino alle soffitte, gli abitanti si appellano al Comune e alle forze dell'ordine «che - sottolineano i condomini - quando fanno pressing su via Piave ce li mandano tutti qua».

Il condominio Bandiera a Mestre: ecco cosa succede


Al condominio Bandiera (90 appartamenti di cui un terzo di proprietà dell'Immobiliare Veneziana, cioé del Comune) opera anche la Fondazione Venezia Servizi alla Persona, che si occupa dell'assistenza domiciliare per conto dei Servizi sociali comunali. Ieri, a metà giornata, per entrare in ufficio le dipendenti hanno dovuto farsi largo tra alcuni tossicodipendenti che avevano pure un paio di cani, sempre piazzati lì all'entrata. «Non cambia mai nulla, anzi va sempre peggio - dicono dalla sede della Fondazione -. Per dirne una, abbiamo dovuto cambiare perfino i turni del servizio di pulizie dell'ufficio perché le donne, alle 6 di mattina, avevano paura ad arrivare. In tre si sono rifiutate di venire qua e così, adesso, ci siamo accordati per le pulizie verso sera, quando fuori c'è almeno un po' di giro e qualche negozio aperto».

È come vivere nel sottopasso tra Mestre e Marghera

Lo aggiunge un residente, che prosegue: «Perché i nostri palazzoni sono ancora avvolti dalle impalcature del Superbonus 110. Fino a qualche mese fa avevamo "solo" i tossicodipendenti, ma adesso si sono aggiunti gli spacciatori che prima stavano dalla parte del tunnel del tram perché hanno capito che è facile, facilissimo, nascondersi. Chiamiamo la polizia e, anche se passano con l'auto, non li vedono». Al piano terra una volta c'era un negozio, ora chiuso. «Ecco, l'ho visto con i miei occhi - aggiungono dal condominio -, lì ci sono i pusher che usano certi spazi come locker per nascondere la droga, come se fossero gli apparecchi per lasciare i pacchi di Amazon». Alcuni appartamenti sono stati affittati a studenti universitari: «Ma ci sono ragazzi che vogliono andarsene perché hanno capito in che condizioni siamo - aggiungono gli abitanti -. E le guardie private che passano quattro volte al giorno non possono fare praticamente nulla».

Cosa dice l'amministratore?


Luca Rizzi è l'amministratore del condominio Bandiera. «Non so, non sappiamo più cosa fare... Le abbiamo tentate tutte - allarga le braccia Rizzi -. La vigilanza privata ci costa 500 euro al mese ma è evidente che quattro passaggi al giorno non sono sufficienti perché, se anche i tossicodipendenti si spostano (e non è sempre così), poco dopo ritornano e siamo daccapo. Mettere le guardie a tempo pieno costerebbe qualcosa come 13mila euro al mese... impossibile da sostenere. Siamo già arrivati a dover fare due pulizie al giorno e non posiamo farci carico di tutto noi». Per fine anno, almeno, i lavori edili saranno finiti e verranno smontate le impalcature. «Ma non ci aspettiamo grandi cambiamenti - riprende Rizzi -. Certo, abbiamo deciso di spostare i portoni dei condomini più a filo dei gradini per evitare che si mettano con i materassi e installeremo nuovamente le telecamere di videosorveglianza, però temiamo che questa gente non si sposterà da questa zona. Abbiamo bisogno di un aiuto, di controlli. Siamo pronti a mettere a disposizione delle forze dell'ordine le prossime immagini della videosorveglianza, ma il problema, ora, è enormemente superiore alle nostre possibilità». La "bandiera bianca" del condominio Bandiera.

Anche in via Piave un condominio ostaggio dei tossici

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Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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