Il Pd rodigino finisce sotto tutela. L'obiettivo è capire i conflitti interni che si sono creati dopo l'uscita dalla maggioranza e i manifesti anti-Gaffeo

Mercoledì 7 Febbraio 2024 di Elisa Barion
Il Pd rodigino finisce sotto tutela

ROVIGO - Non un commissariamento in arrivo per il Pd di Rovigo, ma qualcosa che ci va vicino: un sovrintendente, un tutor, un pacificatore, un sorvegliante. Comunque lo si chiami, il risultato non cambia: l'intervento del segretario veneto senatore Andrea Martella lunedì sera a Rovigo non è finito solo tra un fiume di parole, qualche tirata d'orecchi e una pacca sulla spalla con la promessa di smorzare i toni evitando di lanciarsi in iniziative divisive e per certi aspetti, offensive. Leggasi l'affissione di maxi cartelli in cui si bolla il sindaco Edoardo Gaffeo come traditore.

L'operazione è stata troppo pesante per essere liquidata facilmente: gli effetti che ha prodotto, soprattutto tra i cittadini che hanno poca dimestichezza con le vicende interne al partito, rischiano di essere devastanti, specialmente con la campagna elettorale alle porte, in termini di consensi. Per non parlare della delusione manifestata da diversi iscritti, anche tra quelli storici.


SOVRINTENDENTI


Serve qualcuno, quindi, che si impegni a riportare la calma nel Pd e tenga le redini per evitare che altre decisioni azzardate facciano deflagrare il partito. Appunto, un sovrintendente, incaricato direttamente da Martella. Anzi due, componenti della segreteria regionale, uno dei quali sarebbe già stato indicato e si tratterebbe del trevigiano Alessandro Basso, responsabile del settore Organizzazione, che lunedì sera ha accompagnato lo stesso Martella alla riunione. Il secondo, un altro nome di peso tra i dem, sarebbe in fase di nomina in queste ore. Il primo compito sarebbe quello di convocare nel giro di sette giorni una riunione tra tutti i rappresentanti delle aree interne al Pd polesano per innanzitutto parlarsi. Poi si stabiliranno i passi successivi.


Si dice anche che l'iniziativa presa da Martella non sia stata accolta di buon grado dai vertici locali e in particolare dal segretario provinciale Angelo Zanellato, che pure la sera della riunione, a colloquio terminato, non aveva lasciato trapelare alcun malumore. Come non era trapelato alcunché della nomina dei sorveglianti, o come li si voglia chiamare, in arrivo dalla sede regionale di Padova. L'obiettivo è riunire il partito e ricomporre le fratture. E poi pensare alle elezioni. I vertici del circolo comunale, il segretario Giacomo Prandini insieme al capogruppo a Rovigo Nello Chendi e Nadia Romeo, ex presidente dell'aula, lunedì sera hanno parlato di centrosinistra «unito e allargato». Un'operazione che per il momento sembra più un miracolo che una possibilità concreta.


PARTITO ISOLATO


Le forze del centrosinistra cittadino che potrebbero allearsi con il Pd e sostenere un candidato diverso dal sindaco dimissionario Edoardo Gaffeo sono pressoché pari a zero: dal Psi, che poi fa parte del Forum dei cittadini, alla Civica Gaffeo passando per il Movimento 5 stelle fino a Rifondazione comunista, l'orientamento è di stare con Gaffeo. C'è chi lo ha detto in maniera esplicita, e chi lo ha fatto intendere. Il Pd in questo momento sembra isolato. Dal canto suo, Gaffeo rimarca quanto già detto: «Con questo Pd ho chiuso e non c'è alcuna possibilità di dialogo». Non dopo l'uscita dalla maggioranza, tanto meno dopo i manifesti. «Non ho intenzione di parlare con nessuno - aggiunge - neanche con Martella che nel 2021 diceva cose completamente diverse da oggi». Non solo: Martella ha sì definito i cartelloni «una scelta inopportuna e inappropriata» ma non ha mai commentato l'uscita del Pd dalla maggioranza, che ha portato alle dimissioni del sindaco. E anche questo silenzio ha un peso. Insomma, anche la questione alleanze sarà un bel nodo da sciogliere per gli emissari del Pd regionale con il compito di badare al Pd locale.

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