Insulti all'arbitra di Cittadella, i Gunners: «E' un papà, non verrà più al campo»

Venerdì 8 Dicembre 2023 di Michelangelo Cecchetto
Il primo a sinistra è l’assessore allo sport di Cittadella Diego Gatti, l’ultimo è il sindaco Luca Pierobon. Accanto a lui il presidente dei Gunners Mattia Zanon e altri rappresentanti del club

CITTADELLA (PADOVA) - «Il diretto responsabile, genitore di un nostro giocatore, è stato identificato ed allontanato da tutti gli eventi della nostra società. Con lui ci siamo confrontati, non ci ha chiesto scusa e risponderà a chi di dovere. Sappiamo esserci indagini in corso. Il figlio continuerà a giocare perché non ha nessuna colpa». Le parole sono di Mattia Zanon, presidente della società di pallacanestro Cittadella Brenta Gunners fondata nel 2013, con sede a Cittadella.

Due le squadre, una in Prima divisione che vede impegnati anche i dirigenti, in campo a Santa Croce Bigolina di Cittadella e l’Under 17 che gioca a San Martino di Lupari. Zanon, 27 anni, assieme ai dirigenti Filippo Campagnolo, Ermanno Pierobon ed Enrico Cecchetto, ieri in municipio con il sindaco Luca Pierobon e l’assessore allo Sport Diego Galli, hanno ribadito la vicinanza alla giovane arbitra e la condanna di quanto accaduto che si è riversato anche sulla società fondata da persone appassionate della pallacanestro. «Fondamentale il rispetto come insegna il basket e com’è nelle nostre realtà - ha detto il sindaco anche lui ex cestista - Non ci deve essere una caccia alle streghe, siamo vicini come Amministrazione a questa realtà sportiva che è sana e seria. Tutta la nostra vicinanza all’arbitra, ruolo difficile, tratta in modo inqualificabile. Se i vertici lo consentiranno, è mio desiderio invitarla assieme alla famiglia in Consiglio comunale per esprimere personalmente ed a nome di tutta la città, la nostra solidarietà. Dirigente e giocatori sono incolpevoli, il responsabile, non cittadellese, dovrà rispondere».

PRESA DI DISTANZE

«Mai era avvenuta una cosa del genere e alcuni nostri genitori presenti - spiega Zanon - hanno cercato di far smettere gli insulti». Il presidente ha letto una dichiarazione: «La società vuole porgere pubblicamente, una volta ancora, la sua vicinanza all’arbitra che è stata vittima di un atteggiamento aberrante che mai avremmo creduto potesse vederci coinvolti. Le vorremmo porgere le più sincere scuse, consapevoli che non siano sufficienti a lenire il dolore che le è stato provocato, ma che sono il minimo che l’intera famiglia Gunners possa fare. Ci teniamo a dire che i valori fondanti della nostra associazione sono quanto mai più distanti da quanto accaduto. In nessun modo i vergognosi comportamenti accaduti riflettono la via sportiva perseguita dal gruppo Gunners. Mai ci saremmo aspettati di dover affrontare una situazione simile, che esula totalmente dal sano valore sportivo che ogni membro della famiglia Gunners dovrebbe rappresentare quando gioca, tifa o rappresenta i colori della società. Vogliamo inoltre sottolineare che nessuna figura dirigenziale era presente al momento dell’increscioso accaduto. Tuttavia, basandoci sulle informazioni in nostro possesso, oltre a condannare fermamente l’accaduto, sono stati presi provvedimenti per garantire che un simile evento non si possa ripetere nuovamente. In questo momento in cui la violenza, verbale e non solo, sembra sfortunatamente dilagare all’interno delle nostre società, abbiamo deciso di fare seguire ai ragazzi delle che fanno parte della nostra famiglia un percorso di sensibilizzazione ed educazione sul tema della violenza di genere. Crediamo infatti fortemente nel ruolo educativo dello sport e che investendo nelle nuove generazioni si possa porre rimedio ad un problema che sta affliggendo la nostra società. Ancora una volta - conclude - porgiamo le nostre scuse all’arbitra, da parte di ogni membro dei Cittadella Gunners con la garanzia che faremo tutto quello che è nelle nostre facoltà perché non si ripeta mai più un atteggiamento di questo tipo».

IL PADRE

«Da uomo di sport capisco il danno d’immagine causato alla società che ringrazio assieme all’Amministrazione di Cittadella per la presa di posizione - ha dichiarato il papà dell’arbitra diciassettenne - Sono stato sentito in questura dove ho spiegato quanto avvenuto». Sull’ipotesi dell’allontanamento dell’Under 17 dal campo di gioco di San Martino di Lupari, alla società non è giunta nessuna comunicazione e ritiene sarebbe un danno profondo prima di tutto per i giovani giocatori. II Basket Cittadella invece, chiamato in causa in principio con diversi attacchi social, non è responsabile e nulla c’entra con questo episodio.

Ultimo aggiornamento: 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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