BELLUNO - In un primo momento parlano senza preoccupazione. Poi si insospettiscono e temono che non si tratti di una semplice intervista: «Stiamo davvero parlando con un giornalista o questa è un'indagine? Lo sappiamo che siamo approdati in Italia senza permesso, ma la nostra vita in Africa, nel nostro paese che è l'Egitto, e poi in Libia, non ci lasciava scampo». Poi per essere certo che quanto ha detto sia stato capito bene, aggiunge: «Se fossi rimasto lì sarebbe stato meglio morire. In Libia poi non c'è alcuna speranza».
I SOGNI
Se chiedi loro cosa si aspettano, rispondono: «Dimostrare quello che valiamo. Finora non ho potuto farlo anche perché non avevo un lavoro». Fra i sei migranti che venerdì, in accordo con il prefetto Mariano Savastano, venerdì pomeriggio sono stati portati in Prefettura, vi era anche un diciottenne proveniente dalla Guinea Konakre: lui parla francese e non fa gruppo con i compagni egiziani che in mare sono stati salvati da una nave turca che li ha sottratti all'incertezza ed al pericolo delle onde - che conoscono solo l'arabo e qualche parola di inglese. E così per tutte le tre ore trascorse sotto la Prefettura, il ragazzo guineaiano rimane in disparte. E racconta: «Sono arrivato tre, forse quattro settimane fa a Lampedusa, proveniente dalla Libia. Complessivamente il mio viaggio dalla Guinea in Italia è durato circa un anno. Cosa mi aspetto arrivando in Italia? Di vivere meglio di come potevo vivere in Guinea, dove non ho più nessuno, né i genitori né la mia sorellina, morta anch'essa. Io voglio vivere dove posso lavorare; sia che questo sia qui o altrove».
GLI ARRIVI
Ieri intanto si sono registrati altri due arrivi due ragazzi provenienti dal Mali - e altrettanti sono in agenda per oggi perché il flusso non si interrompe e non conosce né sabati né domeniche di riposo. I due nuovi arrivi hanno trascorso la notte sotto la tenda a allestita a Cavarzano. Una soluzione possibile perché uno dei migranti a Belluno già da qualche giorno e che aveva dormito in tenda per alcune notti, è stato ricoverato in ospedale. L'azione di venerdì pomeriggio con i migranti sistemati sotto il loggiato della Prefettura in attesa di una sistemazione e con la concreta possibilità di trascorrere all'addiaccio la notte, era stata concordata da Croce Rossa con il prefetto e avrebbe dovuto suscitare qualche polemica, essere un'azione dimostrativa con lo scopo di generare un po' di scalpore. Anche perché essa aveva come contorno il cuore politico e religioso della città, i palazzi di Prefettura, comune e provincia e il duomo. Invece ciò non è accaduto e una volta evitata la notte in brandina, piazza duomo è ritornata al solito ritmo sonnolento. Come se niente fosse accaduto.