Leggende delle Dolomiti, il mistero di Tina, la "strega" custode della Natura

Martedì 23 Aprile 2024 di Raffaella Gabrieli
Leggende delle Dolomiti, il mistero di Tina, la "strega" custode della Natura - Foto di Ennaej da Pixabay

È uno spirito di libertà e giustizia, calato in storie leggendarie e ancestrali, ad animare Tina. La cacciatrice solitaria che vive da eremita in una casetta ai margini della civiltà, venuta al mondo nell'unico posto dove si possono ammirare in contemporanea sei valli, ogni giorno assapora quel vento che è il simbolico respiro delle frontiere. In paese è considerata una figura magica e primitiva. In realtà, Katharina Thaler nasconde un mistero che ha origini nell'infanzia, agli inizi del Novecento, ed è profondamente legato ai boschi e agli animali selvatici tra cui, soprattutto, una lupa. A raccontare questa esistenza, ambientata nelle Dolomiti, è il libro fresco di stampa "Il sentiero selvatico", ultimo lavoro dello scrittore Matteo Righetto.

Con Righetto, padovano che vive tra la città del Santo e il piccolo paese bellunese di Colle Santa Lucia, i lettori si erano lasciati a Daghé di Livinallongo del Col di Lana dov'era stato collocato il cuore del romanzo "La stanza delle mele" il cui protagonista Giacomo Nef, ancora bambino, fece la conoscenza della quasi soprannaturale Tina Thaler della quale nel nuovo romanzo verranno svelati gli arcani, fin da quando era piccola.


LA STORIA
Il volume si apre infatti quando la bambina ha dieci anni. E' il 2 novembre del 1913 quando gli abitanti del borgo di Larcionèi, sempre in territorio Fodom, si riuniscono per la messa del giorno dei morti. Piove da più di un mese e gli anziani giurano di non aver mai visto cadere dal cielo tanta acqua. Ci sono tutte le famiglie della zona, anche i Thaler, con la loro unica figlia Katharina. Nel mezzo della liturgia, la bimba sparisce nel nulla: il paese intero la cerca tra i boschi per tutta la notte, invano. La piccola Tina riappare da sola il giorno dopo, proprio quando finalmente cessa la pioggia. Sta bene, ma non ricorda nulla di quel che le è accaduto, e tra i paesani cominciano a correre strane e malevole voci. Presto per tutti Tina diventa la "strìa", la strega che è stata rapita dai morti, che ha conosciuto il diavolo.

Per lei l'unico rifugio, il luogo dove trova pace e sicurezza, è il monte Pore con i suoi boschi, i torrenti e gli animali selvatici. La sua è una vita di misteri e scelte coraggiose, che la porteranno - da adulta - a diventare una leggenda, la guardiana della natura dolomitica, uno spirito antico che, proprio come gli animali selvatici, si lascia vedere solo se è lei a deciderlo. In un intreccio di magia e arcaiche tradizioni locali, "Il sentiero selvatico" celebra la connessione tra piante, animali, donne e uomini.


L'AUTORE
Righetto ha esordito nel 2012 con il libro "Savana Padana" seguito dai romanzi "La pelle dell'orso" (da cui è stato tratto un film con Marco Paolini), "Apri gli occhi" (vincitore del "Premio della montagna Cortina d'Ampezzo") e "Dove porta la neve". La successiva "Trilogia della Patria" (che comprende "L'anima della frontiera", "L'ultima patria", "La terra promessa") è diventata un caso letterario internazionale con traduzioni in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Germania, Olanda. Insieme a Mauro Corona, poi, ha firmato il "Sillabario alpino - Il passo del vento". Ancora: "I prati dopo di noi" e "La stanza delle mele". Per il teatro ha scritto "Da qui alla Luna", prodotto dal Teatro Stabile del Veneto e portato in scena da Andrea Pennacchi. Nel 2019 ha ricevuto il "Premio Speciale Dolomiti Unesco". Oltre a essere scrittore, è anche docente e da qualche mese presidente della sezione Cai più piccola del Veneto, quella di Livinallongo - Colle Santa Lucia.

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