AstraZeneca ritira i vaccini anti-Covid: «Motivi commerciali»

Giovedì 9 Maggio 2024 di Mauro Evangelisti
AstraZeneca ritira i vaccini anti-Covid: «Motivi commerciali»

Nel 2020, dati Istat, in Italia ci sono stati 78.673 decessi per il Covid.

Dopo il primo paziente di Codogno e i camion dell’Esercito che dovevano trasportare i cadaveri, il nostro Paese e il mondo aspettavano, disperati, lo sviluppo dei vaccini. Ecco, per quanto doloroso bisogna tornare a quei mesi di sofferenza, per comprendere con razionalità perché il rapporto tra rischi e benefici di un farmaco può cambiare: c’è differenza tra i giorni di una pandemia che mette in ginocchio gli ospedali e quelli in cui finalmente il virus è mutato e l’immunizzazione di massa è una difesa valida. Per usare una metafora: quando sta andando a fuoco un palazzo scavalchi la finestra al piano terra, anche se sai che ti puoi fare male; se l’incendio non c’è, eviti di farlo. Con queste premesse va soppesata la notizia di ieri: AstraZeneca, colosso farmaceutico anglo-svedese, ha deciso di ritirare il vaccino anti Covid (nome commerciale Vaxzevria) a vettore virale basato su un adenovirus, sviluppato insieme allo Jenner Institute di Oxford e con il contributo di una eccellenza italiana, la Irbm di Pomezia. Venne autorizzato il 30 dicembre 2020 nel Regno Unito e il 29 gennaio 2021 nell’Unione Europea. Nella competizione con i vaccini che utilizzano una tecnologia innovativa a mRNA (Pfizer-BionTHech e Moderna), sono prevalsi questi ultimi, perché sono più efficaci e rapidi nell’adattarsi alle mutazioni del virus. Spiegano da AstraZeneca nella nota ufficiale: «Considerata la quantità di vaccini disponibili ed efficaci per le nuove varianti di Covid-19, non c'è più stata domanda per il vaccino Vaxzevria che di conseguenza non è più stato prodotto ne distribuito. AstraZeneca ha pertanto deciso di ritirare l'autorizzazione all'immissione in commercio». La tempistica però non ha aiutato a fare chiarezza: una decina di giorni fa, in un procedimento giudiziario nel Regno Unito iniziato dai familiari di chi ha subito effetti collaterali del vaccino Vaxzevria, AstraZeneca aveva messo nero su bianco ciò che era ampiamente noto e non era mai stato celato dalle autorità di regolamentazione: «Ammettiamo che il vaccino di AstraZeneca può causare Tts in casi molto rari. Il meccanismo causale è sconosciuto». Di cosa si tratta? Di trombosi con trombocitopenia, «comporta eventi insoliti e gravi di coagulazione del sangue associati a una bassa conta piastrinica», spiega l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha anche concluso nella prima fase dell’uso di AstraZeneca: «I dati provenienti dal Regno Unito suggeriscono che il rischio è di 4 casi per milione di adulti (1 caso su 250.000), mentre il tasso è stimato a circa 1 su 100.000 nell’Unione Europea». Simili i dati dell’Istituto superiore di sanità che parla di 3 casi ogni milione di vaccinazioni. Il possibile, ma molto raro, effetto indesiderato, a volte anche fatale, era ben noto, tanto che per un periodo, nel 2021 c’era stata la sospensione dell’uso di AstraZeneca, poi la raccomandazione solo agli over 60, mentre, come per qualsiasi altro farmaco, la trombosi con trombocitopenia inserita tra le possibili reazioni avverse.

ESITO
Un dato diffuso in parlamento dal Ministero della Salute ha riportato 18 eventi fatali su 32 milioni di dosi. Già in quelle settimane, Marco Cavaleri - 6 aprile 2021 - responsabile vaccini dell’Ema (agenzia europea) aveva confermato il nesso causale tra i rari casi di tts e vaccinazione con AstraZeneca, ricordando comunque che «i rischi sono inferiori ai benefici». Da fine 2021 AstraZeneca non si usa più in Italia, perché è mutato lo scenario e dunque il rapporto rischi-benefici è cambiato.
 

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