Roma, mai più code, un software mette in rete i centomila beni del Campidoglio: ecco dove e come cercare

Ecco Atlante: il nuovo sistema che si basa su Reftree censisce le proprietà del Campidoglio. Dalle aree agli edifici, il sindaco Gualtieri: «Una banca dati per valorizzare il patrimonio»

Mercoledì 17 Gennaio 2024 di Fabio Rossi
Roma, mai più code, un software mette in rete i centomila beni del Campidoglio: ecco dove e come cercare

Un unico database, affidato a un software di ultima generazione, per rendere trasparente e aperto a tutti un patrimonio che non ha uguali in Italia: i centomila beni di proprietà del Comune di Roma - immobili, ma anche strade, parchi, aree edificabili e altro - che aziende, professionisti e singoli cittadini potranno esaminare.

Senza le difficoltà, i ritardi, le innumerevoli falle (e le inevitabili opacità) che hanno caratterizzato in passato la gestione di beni con un valore complessivo storico che, nel bilancio del Campidoglio, è valutato in 6,5 miliardi di euro: la stratificazione nel tempo, poi, ha creato una serie di anomalie che oggi non permettono di accedere a informazioni univoche.


LE CONNESSIONI 

Questo significa che ogni dato deve essere soggetto per forza ad accertamento. In più manca l’interoperabilità tra i sistemi, per cui i dati che si modificano su un sistema, rimangono non aggiornati in tutti gli altri. Roma insomma, per quanto riguarda la gestione dei suoi immobili, in passato è sempre sembrata quantomeno appesantita e non certo all’avanguardia.
Ma dopo decenni di file (spesso inutili) agli sportelli, ricerche infinite e dispute legali, adesso nella Città eterna arriva Atlante, il nuovo sistema di Roma Capitale dedicato al censimento del patrimonio, incaricato di sostituire i tre sistemi attualmente usati dall’amministrazione capitolina, con un unico applicativo inventariale e gestionale, accessibile a tutti e in grado di fornire dati certificati, chiari e con valore legale. «È un sistema completamente nuovo, progettato per semplificare la vita delle persone, tra semplici cittadini, associazioni, addetti ai lavori e operatori economici - spiega Tobia Zevi, assessore capitolino al Patrimonio - Nell’immediato futuro chiunque di noi potrà infatti recuperare facilmente le informazioni, avere contezza di cosa il Comune fa dei suoi immobili e soprattutto ottenere una certificazione online di valore legale».


IL MECCANISMO 

Il nuovo sistema si basa su Reftree, il software più utilizzato in Italia con oltre due milioni di immobili gestiti: sviluppato da Ideare, società con oltre 20 anni di esperienza nell’ambito di sistemi informativi complessi per la gestione di patrimoni immobiliari. Si tratta un vero e proprio cambio di logica: dalla semplice erogazione di informazioni a una piattaforma in cui tutti - dipartimenti comunali, Municipi, società partecipate, associazioni, cittadini e gli altri soggetti interni ed esterni interessati - si scambiano dati attraverso diversi ruoli di accesso al sistema. Collaborando, così, al suo continuo aggiornamento. 
«Tutto questo non era possibile perché non c’era una cornice organica - sottolinea Zevi - i vari sistemi non parlavano tra loro e l’intero processo di digitalizzazione era andato avanti nel tempo in maniera disordinata, grazie soltanto alla buona volontà degli uffici». In questo modo «sarà possibile garantire una banca dati aggiornata, interoperabile e facilmente consultabile, per facilitare sempre più la valorizzazione dei beni capitolini - rimarca il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri - C’è un altro aspetto importante: “portare alla luce” beni mai censiti fa sì che il loro valore possa essere incluso nel bilancio, aumentando i nostri margini di spesa».


L’ITER 

Da febbraio 2023, un team di 57 tecnici del Campidoglio e dei partner coinvolti - Almaviva, Ideare, Kpmg, Maggioli, Medilife, Nolan Norton - sta inventariando i beni comunali, a un ritmo doppio rispetto al recente passato. Inoltre - in collaborazione con le università Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre - si stanno individuando le migliori procedure che riguardano i rilievi sugli stessi immobili, in base alla tipologia e al loro uso da parte dell’amministrazione, nel segno dei criteri di trasparenza, efficacia ed economicità. L’obiettivo è quello di individuare le migliori procedure ad hoc: rilievi, modellazioni 3D, mappature fotografiche ad alta risoluzione e modellazioni 3D in ambiente Hbim.
«Dobbiamo fare in modo che tutte le strutture del Comune di Roma, ma anche gli addetti ai lavori, contribuiscano ad alimentare questo database - sostiene l’assessore - Per poter essere gestito correttamente, il sistema prevede un serie di livelli sovrapposti: a seconda della qualifica che uno ha, all’interno dell’amministrazione, può accedere a diverse funzioni.

Per quanto riguarda gli addetti ai lavori (geometri, ingegneri e altro) le informazioni che reperiscono nel loro lavoro potranno essere utilizzate per integrare il nostro database».


L’UTILIZZO 

Per i cittadini, le associazioni e gli investitori, il nuovo sistema dà la possibilità di esplorare il patrimonio di Roma Capitale, potendo consultare i beni destinati alla collettività per finalità sociali (indisponibili), i beni liberi del patrimonio disponibile, le assegnazioni fatte. Novità importanti anche per le case popolari: pagamenti, segnalazioni, richieste di manutenzione, comunicazioni, viaggeranno tutte nell’app dedicata agli inquilini degli alloggi Erp (edilizia residenziale pubblica). «Sul fronte della qualità democratica potremmo avere informazioni più chiare, che è anche un modo di poter controllare quello che fanno le istituzioni - chiosa Zevi - Poi, nella pratica, ci si potrà muovere più agevolmente fra pratiche edilizie, urbanistiche e patrimoniali: tutto online ed eliminando il rischio di ambiguità delle informazioni».

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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