Federico Buffa racconta Pelè. «Era venuto il momento di togliere un po’ di polvere alla storia di colui che ha inventato il calcio», ha detto. Stiamo parlando del calciatore, assieme a Diego Armando Maradona (scomparso in Argentina, nella sua casa di Tigre, il 25 novembre in circostanze ancora da chiarire), più forte della storia del calcio. Che tutti conoscono, ma che in pochissimi hanno davvero visto giocare tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’70. Tra i Mondiali di Svezia 1958 – il primo che ha vinto – e Messico ’70, l’ultimo titolo iridato conquistato (proprio contro l’Italia, 4-1). Erano altri tempi. Non tutti avevano la televisione, non esistevano i cellulari e non c’erano i social. La narrazione del mito è affidata a colui che più di tutti sa dare forma, colore e suoni. Che ha saputo raccontare tanti grandi personaggi. E adesso è appunto il turno di Pelè. Senza dimenticare il Pibe de Oro: «Mi indispettisce in questi giorni che alcuni abbiano storto il naso quando si parlava di Maradona come di un artista. Qual è la differenza con un grande ballerino? Tenuta mentale, coordinazione, estro: un calciatore è in grado di realizzare qualcosa che si vede e che si ricorda. Che è la sostanza dell’arte», ha detto. Per Pelè l’appuntamento è per tre martedì (a partire da domani, 15 dicembre) alle 23 su Sky Sport Uno.
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