La Roma, almeno in Europa, riesce a essere se stessa, a vincere, divertendosi. Quattro gol al Servette, degni della squadra che negli ultimi due anni ha giocato due finali europee. Mou è squalificato, guarda la partita dalla tribuna stampa, accenna un sorriso: si è divertito anche lui e forse vede la crisi definitivamente alle spalle. Ora lo Special aspetta solo che la sua squadra trovi continuità, soprattutto in campionato. A segno, in Europa, il solito Lukaku, che apre le danze (quinto gol da quando è arrivato in giallorosso), poi due reti di Belotti e una di Pellegrini, che entra nella ripresa e oltre al gol firma anche l’assist per la prima rete del Gallo.
La differenza l’hanno fatta i tenori della Roma, che in queste serate sanno come esaltarsi. Lukaku pretende di giocare e segna la sua diciassettesima rete in Europa League in tredici gare di fila; Paredes dirige il gioco, ha idee da campione del mondo, e ora ci si attende da lui che lo faccia anche in occasioni più impegnative di questa: ricordiamo che il Servette è ottavo nel campionato svizzero. Si esalta Belotti, che è un signor tredicesimo, che ha poche occasioni di mettersi in mostra con un Lukaku così, ma quando viene chiamato, e se sta bene come ora, si fa sentire. Il Gallo è l’alternativa al belga e a Dybala, che andrà sempre gestito, viste le sue note fragilità.
Una menzione anche per Celik, sparito dai radar dopo la sfida con il Milan, 1 settembre, e che ieri si è messo in mostra con due assist (per Lukaku e Pellegrini). Roma e Slavia guidano il girone con sei punti (la Roma è al momento seconda per differenza reti), Servette e Sheriff sono a 0. Il 26 all’Olimpico andrà in scena lo scontro diretto con i cechi, dopo la clamorosa eliminazione per il gol di Vavra, 19 marzo 1996: il primo spareggio per il primato nel girone. Si gioca, a quanto pare, solo per quello. Vavra è lontano.