Mondiale sport acquatici a Doha, argento di Tocci e Marsaglia nei tuffi con 384.24 punti

I due hanno conquistato la seconda piazza alle spalle dei cinesi, unici a terminare con almeno 400 punti

Domenica 4 Febbraio 2024 di Piero Mei
Giovanni Tocci e Lorenzo Marsiglia dopo la vittoria della medaglia d'argento (Foto di Giorgio Scala/DBM)

Fanno una specie di cin cin battendo una contro l'altra le medaglie e il tintinnio rimbomba: Giovanni Tocci e Lorenzo Marsaglia, italiani di Cosenza e Roma rispettivamente, ma «cinesi dentro» in quanto tuffatori, hanno appena conquistato a Doha 2024, mondiali in acqua, la prima medaglia della spedizione azzurra. È d'argento, è nella gara dei sincrotuffi da 3 metri che nessuna coppia azzurra aveva vinto mai, è quella che dà ai due ragazzi una seconda chance olimpica. Erano già qualificati entrambi per la prova individuale, ma in due, come molte cose, dà più gusto. E poi si tratta anche di amicizia: Giovanni e Lollo lo sono. Si sorridono, si parlano, si capiscono anche se non parlano. Lo hanno fatto anche in questa piscina di Doha, ingannando i vuoti di una gara eterna (27 coppie! Mezzora tra un tuffo e l'altro che Tom Daley avrebbe lavorato all'uncinetto una coperta matrimoniale).

Mondiale a Doha, argento nei tuffi per Tocci e Marsiglia: è la prima medaglia dell'Italia

Il tuffo da 80.58

Secondi sì, ma dietro i cinesi che se non sbagliano (e quasi mai lo fanno) risultano imbattibili. Ma i nostri hanno effettuato, nella quarta rotazione, un tuffo che non avrebbe sfigurato nel ranking cinese, il quarto. Si identifica con il codice 5154B che, tradotto in parole, è doppio salto mortale e mezzo in avanti con tre avvitamenti. Solo gli azzurri e i cinesi con questo tuffo sono andati oltre gli 80 punti, giacché sono fioccati, dai singoli giudici, gli 8. «Ci lavoriamo da settembre» dirà poi Marsaglia, spiegando di aver rimodellato gli stili e i modi individuali per raggiungere il risultato d'insieme «che ci dà dieci o venti punti in più».

Questione di centesimi

Serviva: perché i cinesi hanno chiuso con un totale di 442.41, unici a superare «quota 400», gli azzurri con 384.24, gli spagnoli terzi (è la prima medaglia in «tufferia» della Spagna: il tocco di Domenico Rinaldi che è andato ad allenarli, dopo esser stato per anni a Roma con i Marconi & C) con 323.28 e i messicani quarti con 323.19.

Questione di centesimi, dunque. Ma quante volte un tuffatore azzurro ne fu beffato? Tania Cagnotto in primis.

Tra un tuffo e l'altro

L'avvio di gara, quello con gli obbligatori è stato di colore grigio. I ragazzi erano tesi, musoni, taciturni. Forse fin troppo presi dalla voglia di far bene e meglio. A bordo vasca li attendevano ogni volta i loro allenatori di sempre, due donne, Lyubov Barsukova per Giovanni, una specie di mamma da piscina, e Benedetta Molaioli per Lorenzo, una specie di sorella maggiore da piscina, l'orchestra del trampolino diretta da Oscar Bertone. Passati gli obbligatori qualcosa scattava: sarà stata «la cosetta mangiata, il goccio d'acqua bevuto, il giochino sul telefonino, le parole scambiate, i gesti di riscaldamento» (così hanno passato ogni mezzora d'intervallo), sarà «far sempre le stesse cose, mangiare e bere le stesse cose, dire le stesse parole» (è l'attesa secondo Tocci), ma la coppia sembrava un'altra nelle quattro rotazioni libere. E dalla zona di pass olimpico, che sembrava sempre preso, si saliva verso il podio. Dall'undicesimo posto dopo i due obbligatori cambiava il ranking: quinti, terzi, secondi dopo il quinto tuffo e tali i due azzurri restavano.

E se domani?

Ora un giorno di relax, poi la gara individuale. «Vogliamo far bene» è il duetto all'unisono che con come sono intonati meriterebbero il venerdì di Sanremo. Ma il pensiero già vola più in là, a Parigi. «Speriamo di fare bei tuffi» dice Marsaglia, «Proviamo a fare grandi cose» dice Tocci. Sornioni. Poi si dichiarano contenti d'aver inaugurato il medagliere azzurro a Doha, «ora in bocca al lupo a tutti gli altri» e Giovanni aggiunge «e in bocca al lupo anche a noi». Il lupo è cinese.

Verso Parigi a grandi pass

Arriva la prima medaglia ed arrivano anche, dalle gare più «estreme» i pass azzurri per Parigi 2024. Li conquistano, a botte di due per volta, i nuotatori in acque libere nel Porto Vecchio per la 10 chilometri e le due ragazze che si tuffano dall'alto dei 10 metri della piattaforma, il massimo che c'è al chiuso. I primi due sono Acerenza e Verani, chiamati Mimmo e Darione. Si piazzano settimo e ottavo (bisognava entrare nei primi 13) e mettono in cassaforte le carte olimpiche, Mimmo, dopo una gara di prima linea, per sé, Darione in conto terzi, cioè per Gregorio Paltrinieri. Dice Verani che «è un onore aver preso la carta olimpica per Gregorio che è uno dei migliori nuotatori della storia, anzi per me il migliore». Dal molto Greg tifoso ringrazia: questa è la regola, e questo era il rispettato programma. Ha vinto l'ungherese Rasovsky, molto combattivi i francesi, un po' sotto copertura Wellbrock che forse ha solo provato l'acqua fredda e le onde del mare di Doha verso la sfida dei 5 chilometri, che nuoterà mercoledì contro Greg.

Le due ragazze tuffatrici sono Sarah Jodoin Di Maria e Maia Biginelli; Sarah è quarta fra le 18 promosse alla semifinale di domani, Maia diciottesima, ma è quanto basta per assicurarsi il viaggio olimpico. Sarah è straordinaria fin dall'inizio (72 punti al primo tuffo), Maia, futura criminologa, fa gara di regolarità. E il gioco dei Giochi è fatto.

Biglietto in vista?

Per altri pass, ripassare nei prossimi giorni. È cominciato con un 22 a 10 vittorioso sulla Gran Bretagna il torneo del Setterosa (pallanuoto femminile) e quello del Settebello comincerà domani contro il Kazakistan.
È a tiro, nel nuoto artistico, la squadra che è risalita dal nono posto delle eliminatoria al sesto della finale. Il «Carnevale a Venezia» può diventare un carnevale a Doha; la qualificazione olimpica si trova sommando il risultato della Routine Acrobatica di oggi con quelli che verranno dall'esercizio tecnico e da quello libero. La Routine l'ha vinta la Cina davanti all'Ucraina, tutte donne, meno di un punto fra le due nazionali, bronzo agli Usa con l'uomo Bill May; anche l'Italia aveva il suo maschio, Giorgio Minisini, uomo da due finali in un giorno. Come la sua compagna del duo mixed tech, Susanna Pedotti, che è stata settima nel singolo libero sulle note di «Aranjuez» con la voce di Andrea Bocelli.

Sparsi qua e là parecchi basemark, cioè giudizi che anziché segnapunti li cancellano. Ma, come diceva il vecchio Boskov, «rigore è quando arbitro fischia». E tocca starci…

Requiem e penalità

Suona con la tristezza dovutagli, questa volta, il «Requiem» che Verdi compose per commemorare Manzoni. L’ultimo elemento del duo tecnico misto porta un errore per la bella coppia Giorgio Minisini e Susanna Pedotti, fin lì in odor di medaglia, e forse d’oro. E, si dice, «quando l’arbitro fischi»… Ecco la penalità, ecco i punti tolti e dal podio i nostri due vengono buttati giù e si classificano solo sesti. Magari sempre Verdi ma un brindisi della Traviata, una Marcia dell’Aida, chissà…

ùLo stesso destino, ma con meno nefaste conseguenze, colpirà subito anche la coppia cinese che da oro in pectore scolora in argento a vantaggio di lui e lei del Kazakistan, che Giorgio aveva visto in crescita e il sincro misto ci riserverà ancora sorprese perché i maschi lo stanno scoprendo ora. Lui è Eduard Kim, 18 anni, cresta a ciuffo come un guerriero mongolo, lei, Nargiza Bolatova, di anni ne ha 20.

«Capita nello sport, bisogna lavorare fin da domani» dice Giorgio. «Mi spiace per Susy, dovrò restituirle quel che lo ho tolto oggi». E lei: «Niente da restituirmi, gareggiare con Giorgio è solo un privilegio».
Risultati e programma sul sito www.federnuoto.it

Ultimo aggiornamento: 19:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA