Scuole senza personale, il tempo pieno non parte e gli studenti perdono il 25% delle ore

Un istituto su cinque non può attivare tutte le lezioni: l’allarme dei presidi

Venerdì 29 Settembre 2023 di Lorena Loiacono
Scuole senza personale, il tempo pieno non parte e gli studenti perdono il 25% delle ore

La maestra non c’è e il tempo pieno non parte.

Alla fine della terza settimana dall’inizio dell’anno scolastico sono ancora tante le cattedre ancora in cerca di un supplente. Tanto è vero che in molte scuole elementari italiane l’orario resta ridotto perché non ci sono tutti gli insegnanti necessari a coprire l’intera giornata: i bambini escono prima del tempo e così perdono decine di ore di lezione. Gli orari a singhiozzo riguardano proprio le classi a tempo pieno. Gli alunni che dovrebbero fare 8 ore di lezione, con l’orario lungo fino alle 16:30, vanno a casa due ore prima quindi alle 14:30. Si tratta di un disagio enorme per studenti e famiglie perché perdere due ore al giorno di lezione al tempo pieno, a causa dell’orario ridotto, significa veder sparire 10 ore a settimana su un totale di 40 ore.

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IL QUADRO

Un’ora su 4 non si fa: gli alunni del tempo pieno, quindi, in queste settimane stanno perdendo il 25% delle lezioni e non le recupereranno. «Purtroppo accade in circa una scuola su 5, in quelle dove ci sono più cattedre da dare in supplenza - spiega Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio e preside del liceo Newton di Roma - le scuole andranno avanti così anche per la prima settimana di ottobre. Poi speriamo di risolvere: nel caso di Roma ci sono anche diverse rinunce tra i convocati. I problemi sono ancora molti. Nella mia scuola, il liceo Newton, fortunatamente abbiamo bisogno solo di tre docenti quindi le lezioni possono svolgersi regolarmente ma comunque non sono ancora arrivati». Bisognerà attendere ancora un’altra settimana, almeno. L’ultimo bollettino, con le convocazioni, su Roma è stato emesso venerdì scorso quindi il prossimo arriverà non prima di dieci giorni. A quel punto bisognerà di nuovo conteggiare tutti i posti necessari. E sarà l’ennesima conta degli assenti: basti pensare che in molte scuole, ancora sprovviste dei docenti necessari per far partire l’anno scolastico a regime, nel solo mese di settembre sono arrivate 4 richieste dall’ufficio scolastico per capire la necessità di insegnanti. Un lavoro che va avanti di giorno in giorno in cerca di una soluzione. Nella scuola italiana un docente su 4 è supplente e i precari in attesa di un incarico sono centinaia di migliaia. Una mole enorme. «Ci sono molte rinunce - continua Costarelli - si tratta di docenti in graduatoria che hanno già accettato il posto altrove ma risultano ancora disponibili». Senza contare poi le assegnazioni provvisorie, per cui un docente che ottiene una cattedra firma e poi chiede di tornare nella sua provincia di origine. Solo a quel punto quella cattedra rimasta scoperta viene inserita nelle disponibilità. E si ricomincia con le convocazioni. 

Ci sono anche casi in cui i docenti, regolarmente assunti e quindi già in servizio nelle loro scuole, risultano essere ancora iscritti nelle liste delle Gps, le graduatorie provinciali dei supplenti, e vengono convocati in altri istituti. Anche in quel caso, quando emerge l’errore, vengono depennati e bisogna aspettare il nuovo valzer di convocazioni e nomine. 

I PRECARI

Proprio a causa degli errori, a Milano è esplosa la protesta dei precari: prima un gruppo ha messo le tende sul tetto dell’ufficio scolastico di via Soderini e poi, una volta scesi, hanno continuato a manifestare sotto le finestre dell’amministrazione. «Le scuole medie e superiori - spiegano dal sindacato Anief di Milano - sono nell’incertezza delegando le singole istituzioni scolastiche a nominare i docenti per coprire le falle delle cattedre vacanti. Ma molti docenti, inseriti tra le prime posizioni nelle Gps, sono rimasti senza nomina: per questo continuano a protestare». Intanto le scuole si stanno preparando a convocare dalle loro graduatorie di istituto, come accade già in alcune province per i bidelli le cui liste ufficiali sono esaurite. Non solo, i dirigenti scolastici possono attivare anche la convocazione delle cosiddette mad, le messe a disposizione: nel caso in cui tutte le graduatorie risultassero esaurite, i presidi possono convocare il personale docente tramite il curriculum di chi si rende disponibile ad insegnare, prima però bisogna aspettare le nuove convocazioni degli uffici scolastici. 

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 06:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA