Dopo plastica, vetro e alluminio, in Ama si sono messi a riciclare anche i vecchi cassonetti.
LA PROROGA
Sul primo versante, quello dei cassonetti, Ama ha deciso di non prorogare la gara e trovare una soluzione di emergenza: siccome sono da sostituire la metà dei 50mila secchioni in strada, i vertici hanno dato mandato ai loro addetti di trovare nel deposito di Tor de' Cenci, il cosiddetto cimitero cittadino dei cassonetti, tra i contenitori rotti quelli che si possono aggiustare, o meglio rigenerare, per recuperare almeno due o tre mila pezzi in attesa di lanciare un ulteriore bando di gara. Prorogato invece fino al 24 gennaio l'accordo di programma per compattatori, bilaterali e campane metalliche.
Due indizi, scriveva in Agatha Christie, non fanno una prova, ma in Ama la doppia bocciatura di due differenti gare a poche ore di distanza non è sembrata solo una coincidenza. I vertici dell'azienda avrebbero avviato un audit interno per capire il o i problemi. I bandi sono stati scritti in collaborazione con Invitalia, che poi li ha materialmente pubblicati per accorciare i tempi. Detto questo i prezzi di base d'asta per i singoli asset (camion compattatori, cassonetti e cestini) erano inferiori rispetto alle quotazioni del momento, senza dimenticare che le aziende vincitrici, per esempio, avevano anche l'obbligo di collocare materialmente i nuovi secchioni e gettacarta e occuparsi anche del ritiro dei vecchio. In ultimo - perché in Ama già in passato alcune gare sono andate deserte - c'è però chi teme la presenza di un cartello tra i fornitori.
Questo sospetto venne anche all'ex giunta Raggi, che nel 2018 scrisse all'Antitrust per denunciare le difficoltà a strappare condizioni migliori dagli operatori, indipendentemente se si dovevano smaltire i rifiuti oppure consegnare camion o cassonetti. Per la cronaca, l'organismo non riuscì a dimostrare accordi contrari alla concorrenza, ma sottolineò che non era neppure così normale che partecipassero alle gare sempre gli identici attori. La scorsa estate i nuovi vertici della municipalizzazione si rivolsero di nuovo all'Antitrust dopo lo stop, per un ricorso al Tar, all'assegnazione della gara per l'acquisto di 150 mezzi. Ma gli stessi problemi - cioè la mancanza di partecipanti ai bandi - si sono registrati nel 2023 anche quando si dovevano reclutare privati che raccogliessero la spazzatura fuori dai cassonetti oppure per le manutenzioni dei camion. Risultato? In via Calderon de La Barca c'è il timore che possano saltare anche le altre gare in corso, come quella da mezzo miliardo per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. E in quel caso si dovrebbe ritornare al poco trasparente e molto costoso affidamento diretto.