FdI: «Pensare al dopo Zaia». Tre mandati e premierato, tutti i dossier con la Lega

Ciriani: «Il governatore non è eterno». La replica: «Io come San Sebastiano»

Venerdì 16 Febbraio 2024 di Francesco Malfetano
FdI: «Pensare al dopo Zaia». Tre mandati e premierato, tutti i dossier con la Lega

Abbassare i toni e contenere le contrapposizioni. E, quindi, tutelare l'unità del centrodestra. Mentre cresce la tensione parlamentare sul terzo mandato, intrecciandosi con quel premierato per cui la premier si attende il primo sì prima di giugno, è proprio Giorgia Meloni a provare ad allontanare lo spettro di un muro contro muro con il Carroccio.

E quindi, quando la campagna elettorale per il voto europeo di giugno è ancora agli albori, la premier tenta di tirare il freno alle derive d'Aula. Vale a dire, riferiscono fonti autorevoli, che Meloni si aspetta da Matteo Salvini una mossa distensiva netta e inequivocabile: il ritiro da parte del Carroccio dell'emendamento al Dl elezioni che i leghisti Bizzotto, Tosato e Stefani hanno presentato per alzare da due a tre il limite dei mandati consecutivi sia per i presidenti di Regione che per i sindaci di tutte le città.

La premier inquadrerebbe la mossa come «un gesto di responsabilità» nei confronti del Parlamento senza il quale, ragionano a via della Scrofa, il centrodestra è destinato a dividersi in Commissione Affari costituzionali. E cioè a creare a una crepa nel governo, con il rischio che possano approfittarsene le opposizioni. In altri termini, ricordando come la premier sia sempre definita «laica» rispetto alla questione (al netto dell'inserimento di un tetto anche nella riforma per il premierato), Meloni sta provando a spostare in avanti la discussione, riportandola nell'alveo del confronto tra i leader.

IL BUONGIORNO

Intanto però, a testimonianza del clima non proprio idilliaco, non è un caso che ieri del "buongiorno" agli alleati si sia occupato Luca Ciriani. Il ministro friulano, scelto per curare i Rapporti con il Parlamento anche per le sue abilità di mediatore, questa volta traccia la linea di FdI senza andarci troppo per il sottile. «Nessuno è eterno e non lo è nemmeno Zaia» dice parlando a SkyTg24, aggiungendo: «Credo non sia il caso di approvare un terzo mandato all'interno di un decreto che parla di altro». A rincarare la dose anche il titolare dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida che, alla Stampa, arriva a ricordare come l'unità del centrodestra debba essere la stella polare o, lascia intendere, Salvini otterrà gli stessi risultati di Gianfranco Fini con Silvio Berlusconi.

Toni tanto «ruvidi», ragionano fonti di via Bellerio, quanto inattesi. «Non capisco perché dobbiamo imporre dei vincoli a quelli bravi e capaci di non ricandidarsi più, perché ci sono i vincoli e i tetti» dice il vicesegretario leghista Davide Crippa, commentando le parole dei ministri di FdI in Transatlantico. Dal Veneto si limita invece a una battuta Zaia, che a Ciriani concede: «È vero, l'eternità non è di questo mondo». Per poi aggiungere di sentirsi «un po' come San Sebastiano con le frecce che arrivano... ma io ho altro da fare, non ho tempo da perdere».
Schermaglie per cui, per ora, non si prevedono particolari sbocchi. A meno di chiarimenti nel fine settimana quindi, da martedì si procederà l'illustrazione degli emendamenti e solo da giovedì pomeriggio invece si potrà iniziare a votare.

LA CAMPAGNA ELETTORALE

Il punto di svolta potrebbe arrivare nel retro-palco di Cagliari. I tre leader della coalizione, Antonio Tajani compreso, il 21 saranno infatti in Sardegna per la chiusura della campagna elettorale del fedelissimo meloniano Paolo Truzzu. Campagna elettorale che, per giunta, sta rappresentando un ulteriore elemento di tensione tra Lega e Fratelli d'Italia. Dopo la mancata ricandidatura del governatore uscente del Partito Sardo d'Azione Christian Solinas, il Carroccio lamenta la scarsa partecipazione di FdI agli eventi pre-elettorali. «Non si stanno impegnando per nulla» spiega sempre Crippa, come dimostrano le molteplici sortite salviniane sull'Isola, a dispetto del solo passaggio di Lollobrigida. «Gli stiamo facendo la campagna elettorale» è il senso del ragionamento che, valutano a via della Scrofa, è sintomo della «loro» necessità di attrarre voti. «Noi ce li abbiamo già».

Un timore che ovviamente accompagna anche il lungo percorso verso le Europee di giugno. Con l'ombra di uno Zaia "disoccupato" che incombe sulla leadership di Salvini (c'è chi sostiene che il governatore uscente punti alla presidenza del Coni nel 2025), rumors vorrebbero in fase di organizzazione il primo congresso nazionale della "nuova" Lega. Probabilmente già nel mese di aprile, con una accelerazione dei tempi significativa, utile ad evitare che la convention arrivi dopo i risultati elettorali e si trasformi in una sorta di processo nei confronti del vicepremier.

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