Elezioni regionali Sardegna, lo spettro dei ricorsi. Spoglio a rilento, FdI chiede già il riconteggio

Ha perso di un soffio la maggioranza. Basta a far sussultare il governo, per il tempismo che qui, nella sfida per l'isola, non avrebbe permesso battute d'arresto

Martedì 27 Febbraio 2024 di Francesco Bechis
Elezioni regionali Sardegna, lo spettro dei ricorsi. Spoglio a rilento, FdI chiede già il riconteggio

Fino all'ultimo testa a testa. Poi il sorpasso alla curva finale. Non è una gara di Formula Uno ma lo spoglio delle elezioni regionali in Sardegna che per un giorno ha tenuto col fiato sospeso la politica italiana. E a tarda sera conferma la vittoria di Alessandra Todde, candidata del campo largo a guida Pd-Cinque Stelle, su Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari scelto dalla premier Giorgia Meloni come candidato unitario del centrodestra dopo un braccio di ferro con la Lega. Todde al 45,4 per cento, Truzzu al 45. «Sono felice e orgogliosa», sospira lei nel comitato quando la conta è ormai terminata, «oggi si può scrivere una pagina di storia per la Regione, quella della prima presidente donna della Sardegna». Al suo fianco, in un unico abbraccio, sorridono agli obiettivi Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Hanno preso insieme il primo volo per «abbracciare Alessandra». Ed eccoli qui, nella foto di famiglia campolarghista.
Resta molto indietro Renato Soru, l'ex governatore sardo non ha superato il 9 per cento.

Solo l'1 per cento per Lucia Chessa di Sardigna R-esiste.

A conteggio ultimato, il centrodestra è sconfitto. E c'è già chi minaccia ricorsi in tribunale. FdI chiede il riconteggio dei voti in alcune piccole località sarde, da Luras vicino Sassari a Narcao. Ha perso di un soffio la maggioranza. Basta a far sussultare il governo, per il tempismo che qui, nella sfida per l'isola, non avrebbe permesso battute d'arresto. A una manciata di settimane dalle prossime amministrative, in Abruzzo e poi in Basilicata dove adesso Forza Italia blinda il suo Vito Bardi. Soprattutto, a tre mesi dalle Europee, vero spartiacque della legislatura. Antonio Tajani sembra provato dalla lunga giornata quando già fa buio e all'uscita di Palazzo Chigi spiega ai cronisti: «Non ci saranno ripercussioni sul governo». Tra gli alleati però non la pensano tutti così. Dopotutto la premier sulla scommessa sarda ci ha messo la faccia, con un comizio accorato in chiusura della campagna, a Cagliari mercoledì scorso, affiancata da Salvini e Tajani. È un ottovolante lo spoglio sardo che dalle sette del mattino procede a rilento e nel caos burocratico tra ritardi e dati che non collimano fra Comuni e Regione.

Diventa un caso lo scrutinio lumaca, con il comitato elettorale della Todde che accusa: vogliono pubblicare all'ultimo i dati delle grandi città, dare l'impressione di un vantaggio di Truzzu. Il Viminale è costretto a intervenire e a sospendere la "tagliola" prevista dalla legge regionale che altrimenti avrebbe fermato il cronometro alle sette di sera, rinviando ad oggi il resto del conteggio. Le prime proiezioni sono una doccia fredda per la maggioranza. Todde supera Truzzu ovunque nei grandi centri. Sassari, la sua Nuoro. Impressionante il divario a Cagliari, la città che si ribella al suo sindaco e a spoglio finito darà a Todde un vantaggio di quasi diciannove punti. Il quartier generale di Truzzu all'Hotel Regina Margherita si svuota. Salvatore Deidda, colonnello sardo di FdI, già punta il dito su Solinas, il governatore leghista uscente che Meloni ha chiesto a Salvini di sacrificare per fare largo a Truzzu: «Forse paghiamo cinque anni di governo locale non brillanti..». E i partiti? Corpo a corpo fra FdI e Pd vicini al 14 per cento, Cinque Stelle tra il 7 e l'8. Forza Italia supera la Lega: 6,4 per cento gli azzurri, sotto il 3,8 il Carroccio. A Roma il governo monitora e trattiene il fiato. Meloni incontra Antonio Tajani e Matteo Salvini per un pranzo di lavoro prima del Consiglio dei ministri. Per qualche ora Palazzo Chigi si trasforma in un bunker elettorale. Nel pomeriggio riecco la speranza: il sorpasso di Truzzu, che macina voti nei fortini sardi del centrodestra. Olbia, Oristano e Alghero. Poi di nuovo il testa a testa, da cardiopalma. Finché il sorpasso di Todde non è definitivo.

LE REAZIONI

Un sospetto si aggira nel quartier generale di FdI a via della Scrofa. Che il Partito sardo d'Azione, la gamba della Lega in Sardegna guidata da Solinas, abbia giocato su più fronti. Se ne riparlerà di certo, nelle prossime ore. Intanto i rivali festeggiano. Il primo a togliersi il cappello è Soru, rimasto fuori dal Consiglio regionale come la sua lista: «I miei migliori auguri a Todde». Poi gli altri, uno ad uno: «Uniti si vince!», esulta Nicola Zingaretti, tra i padri putativi dell'asse rossogiallo. Che ora torna a solleticare sogni e speranze del centrosinistra italiano.
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