Sul palco sfilano i ministri e maggiorenti meloniani.
No alle correnti
In campo, a contendersi la guida della federazione provinciale romana, fino a poche ore prima della apertura delle urne ci sono due candidati: Massimo Milani e Marco Perissa. Il primo, esponente della cosiddetta area dei “Gabbiani”, sostenuto dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, mentre per Perissa fanno il tifo Arianna Meloni (seduta in prima fila al palazzo dei Congressi) e Francesco Lollobrigida. E i tentativi di trovare un accordo, andati avanti fino all’ultimo, alla fine hanno successo. «Se son rose fioriranno», le parole che lasciavano intravedere la schiarita da parte di Rampelli.
E anche se fino all’ultimo la conta sembra l’esito inevitabile, il vicepresidente della Camera nega divisioni: «Non esistono correnti in Fratelli d'Italia. Non esiste una corrente dei gabbiani. Nel caso la volessi fare non la chiamerei mai con un nome così che ha a che fare con l'ornitologia e non con la politica», scherza.
Al congresso interviene pure il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: «La democrazia è più forte quando ci sono grandi partiti forti e partecipati», osserva. «Abbiamo idee diverse, dal premierato all'autonomia, abbiamo riferimenti di cultura politica distanti e letture lontane della storia d'Italia ma ci unisce l'amore per la nostra città e per il nostro paese e la comune convinzione sull'importanza e il valore della militanza politica e del ruolo dei partiti».
Il ritiro
Sul palco si alternano i ministri Sangiuliano, Schillaci, Lollobrigida. Che prima di intervenire commenta il caso della chiusura indagini su Daniela Santanchè: «Ci saranno valutazioni che saranno fatte anche vedendo i contenuti delle carte, aspettiamo. Peraltro mi sembra che abbia già chiarito che eventualmente arrivasse un rinvio a giudizio ne prenderebbe atto e conseguentemente agirebbe: quindi si tratta di aspettare quel tipo di passaggio».
Poi, prima dell’intervento di Arianna Meloni, parla Massimo Milani. E annuncia il suo ritiro: «Non ci sono divisioni in Fdi. Tendo la mano a Marco Perissa e affido a lui la guida. I nemici - conclude - stanno fuori dal nostro partito». Dalle 14 il voto. Anche se, a questo punto, non ci saranno sorprese.