«Ho fatto una rivoluzione, inaspettata e per questo ancora più emozionante". Myrta Merlino non ha perso l'entusiasmo e nemmeno la speranza di farcela.
E il cuore l'ha messo anche nella storia che la lega Dormai da sette anni e mezzo con Marco Tardelli. E da febbraio Myrta e il campione del Mondo di Spagna 1982 vivono nsieme. Un'altra rivoluzione per lei. «Siamo entrati il 14 febbraio, giorno di San Valentino, abbiamo brindato tra gli scatoloni e da quel momento è iniziato un altro capitolo della nostra storia. Mi sembra la prima volta nella mia vita in cui direi convintamente: è per sempre. Oggi so che Marco è l’uomo con cui passerò il resto della mia vita».
L'amore con Tardelli
Un amore nato da un'amicizia. Dopo il primo incontro da single «Marco mi ha detto: “Non ti chiamo più, perché sennò mi innamoro di te”. Forse temeva che se io non fossi stata sulla sua lunghezza d’onda si sarebbe potuta rovinare la nostra amicizia». E Myrta cosa ha risposto? «Gli dissi: “Mettimi alla prova”. E così fece. Con slancio e coraggio, dopo il primo bacio, in tre giorni, si è trasferito da Milano a Roma. “Io ho deciso, ora prendi tu le tue decisioni”, mi ha detto. Marco è così: sicuro, schietto». Poi ancora: «Marco è travolgente, impetuoso ed era partito in quarta. All’inizio pensavo fosse più logico procedere a piccoli passi. Lui mi ha insegnato a buttarmi nelle cose in cui credo, a rischiare».
Myrta è davvero innamorata. Si capisce da come parla dell'amore travolgente che Marco le ha dato: «È passionale, dirompente, crede nell’amore totale e quando ti ama sei al centro della sua vita. È romantico, attento, profondamente rispettoso: nemmeno a 18 anni ho vissuto un amore così. Il nostro rapporto ha riempito di gioia e di luce le nostre esistenze». Ma il pregio più grande forse è che «Marco è il primo uomo che non entra in competizione con me e che rispetta il mio lavoro tanto quanto il suo. E mi stimola sempre a fare, a rischiare...».
Matrimonio? Non serve. «Vede questo orologio che porto al polso? Era di Marco, se lo comprò quando giocava nella Juve. Me lo ha regalato dopo pochi giorni che stavamo insieme: “È come se fosse la mia fede”, mi disse. Da quel momento, non me lo sono più tolto».