Giorgio Napolitano, funerali laici martedì a Montecitorio: com'è la cerimonia e perché è stata scelta

Altri due presidenti della Camera, entrambi comunisti, Pietro Ingrao e Nilde Iotti, hanno avuto funerali laici, sulla piazza di Montecitorio

Sabato 23 Settembre 2023 di Mario Ajello
Giorgio Napolitano, funerali laici martedì a Montecitorio: com'è la cerimonia e perché è stata scelta

Camera ardente al Senato da domani. E martedì i funerali laici di Giorgio Napolitano. In piazza Montecitorio. Non una cerimonia religiosa per il saluto all’ex Capo dello Stato, che da sempre ha una cultura non laicista ma neanche religiosa.

Il funerale laico è la cerimonia funebre organizzata per il saluto di una persona cara, senza alcun riferimento alla fede.

Per Napolitano lutto nazionale e funerali laici di Stato

Napolitano, i funerali laici

In genere, si tratta di omaggiare la vita del defunto, accompagnando il racconto con della musica o delle letture, senza, ovviamente, utilizzare preghiere o lettura di testi religiosi. Per Napolitano, oltre a colleghi politici, potrebbero parlare uno dei due figli. Putroppo i suoi amici più cari, compagni di una vita tra politica, cultura e vita vissuta fin dagli anni giovanili - da Emanuele Macaluso allo scrittore Raffaele La Capria, da Gerardo Chiaromonte e Giuseppe Patroni Griffi, Antonio Ghirelli, Rosario Villari - non ci sono più.

 

I precedenti
Altri due presidenti della Camera, entrambi comunisti, Pietro Ingrao e Nilde Iotti, hanno avuto funerali laici, sulla piazza di Montecitorio. In quelle due occasioni, venne allestito un baldacchino davanti all’ingresso del Palazzo per ospitare la famiglia, i parlamentari e le più alte cariche dello Stato che presenziavano alla cerimonia. Mentre la salma era stata deposta su un catafalco di fronte al palco delle autorità. Quasi sicuramente, stavolta, si seguirà lo stesso schema.  Il giorno delle celebrazioni delle esequie di Stato sarà dichiarato lutto nazionale. Dunque martedì bandiere a mezz’asta e tutto il resto.


E’ dall’Ottocento, sulla scorta della rivoluzione francese, che esistono i funerali laici. Sono un portato dell’illuminismo (tradizione culturale a cui Napolitano era profondamente affezionato). Molti personaggi famosi cominciarono già due secoli fa a difendersi dagli interessi clericali sul proprio trapasso, come Victor Hugo che fece sorvegliare la propria stanza da persone fidate. O come Giuseppe Garibaldi che lasciò in proposito un testamento politico piuttosto chiaro: «Siccome negli ultimi momenti della creatura umana il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra e, mettendo in opera ogni turpe stratagemma propaga, con l’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze, ai doveri di cattolico; in conseguenza io dichiaro che, trovandomi in piena ragione, oggi non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato di un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare».

Il presidente emerito
Napolitano è sempre stato alieno da posizioni di questo tipo, così rigide e ideologiche. Viveva la propria laicità im maniera misurata e non strombazzata. Rispettando chi crede e chi professa. E comunque, nella recente storia italiana ci sono molti esempi di richiesta e svolgimento di esequie laiche, con camere ardenti, solenni e pubbliche messe a disposizione se la persona è nota o è appunto un personaggio pubblico. Basti pensare a Enrico Berlinguer o a Italo Calvino, ma anche a Carmelo Bene, Indro Montanelli, Dario Fo, Umberto Veronesi, Luigi Pintor, Valentino Parlato, Franca Rame, Vittorio Foa, Mario Monicelli, Miriam Mafai, Marco Pannella, Tullio De Mauro, Stefano Rodotà e molte e molti altri. Figure note, molto famose. Non sempre, invece, per le persone comuni è facile allestire un funerale laico.

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