Regionali, la Lega arruola l'esercito dei suoi 144 sindaci del Veneto: tutti in corsa per frenare FdI

Domenica 17 Marzo 2024 di Alda Vanzan
Regionali, la Lega arruola l'esercito dei suoi 144 sindaci del Veneto: tutti in corsa per frenare FdI

VENEZIA - Subito dopo Pasqua tenetevi liberi, ci sarà una riunione a porte chiuse, parleremo delle elezioni regionali del Veneto».

Al netto delle variabili - che non sono poche: si voterà nel 2025 o nel 2026? Luca Zaia otterrà il terzo (quarto) mandato? Senza Zaia, FdI rinuncerà a Palazzo Balbi? Nel caso non rinunci, la Lega correrà da sola o se la metterà via? - la novità è che a tavolino sta prendendo corpo una “Strategia Regionali” che dovrebbe rendere ininfluenti tutti gli alleati del centrodestra. Paradossalmente, forse anche la stessa lista Zaia. Perché il fulcro, nonché arma ritenuta vincente, sarebbe il radicamento della Lega sul territorio. Che nessun altro partito ha, men che meno i Fratelli di Giorgia Meloni. Tre numeri per rendere l’idea che ha scaturito questo piano: in Veneto la Lega ha 144 sindaci, cioè un quarto dei primi cittadini di tutta la regione; ha 1.000 amministratori locali; è presente nelle giunte di 250 Comuni. Un “esercito” che secondo il segretario regionale della Lega Alberto Stefani può sviluppare una potenza di fuoco “invincibile”. Meglio: “un patrimonio che può tradursi in una chiamata alle armi”. Come? Creando liste locali legate ai sindaci, ai vicesindaci, agli amministratori locali di ciascun Comune. Poco importa che sindaci, assessori e consiglieri comunali siano incompatibili con la carica di presidente e consigliere regionale: possono sempre candidarsi e poi magari scegliere di restare in municipio, non prima però di aver portato un cospicuo pacchetto di voti a Palazzo Ferro Fini. Tra l’altro la legge elettorale della Regione del Veneto, la numero 5 del 2012, non fissa limiti alle liste elettorali, un candidato presidente può averne quante vuole. E siccome l’elezione è su base provinciale, ogni territorio può esprimere candidati conosciuti e radicati in paese. Il concetto è: vuoi che un sindaco non sia in grado di tirar qualche migliaio di voti? 


LE STIME
Raccontano che la “Strategia Regionali” sarebbe in grado di dare alla Lega - tra lista ufficiale e liste civiche - più del 40% dei consensi, distaccando di almeno dieci punti gli altri due alleati messi assieme, e cioè Fratelli d’Italia e Forza Italia. Un risultato “pesante” se si pensa ai sondaggi che danno la Lega in caduta libera. Lo schema sarebbe il seguente: in ogni provincia la lista della Lega con i migliori candidati uscenti; la lista del presidente; un numero variabile di liste legate agli amministratori locali. Posto che ogni lista può avere 9 candidati per circoscrizione provinciale (a Belluno e Rovigo con 5), la stima è che ogni “lista degli amministratori” tiri su 60mila voti e cioè una media tra i 3.700 e i 1.000 voti a candidato. Al di là delle alchimie, questa “Strategia Regionali” dovrebbe “scatenare l’orgoglio leghista”. E sarebbe una mossa pressoché priva di concorrenza perché gli alleati di FdI e di FI non hanno gli stessi numeri di amministratori locali. Tra l’altro, il piano prevede non solo di massimizzare il consenso territoriale degli amministratori, ma anche di aprire ad Azione di Carlo Calenda e di confermare la storica collaborazione con Udc e Noi Moderati. Così si arriverebbe al 41%, mentre FI sarebbe al 9% e FdI al 21%.
Sarà così? Interpellato, il segretario Alberto Stefani si limita a dire: «La Lega sta lavorando per aprire le sezioni, creare una rete di civiche, soprattutto nei piccoli-medi Comuni, un polo identitario legato al territorio e alle nostre comunità. La Lega del Veneto è il partito delle comunità».


TRATTATIVE
Intanto il centrodestra fatica a trovare intese per le Amministrative di giugno. Spaccatura conclamata a Monselice, a Bassano alleanza ancora divisa, a Montecchio Maggiore raccontano che forse ora FdI converga sulla consigliera regionale leghista Milena Cecchetto, a Noale intesa tra Carroccio e Azione di Calenda, mentre a Rovigo ha preso piede l’ipotesi di Valeria Cittadin, sindacalista Cisl.
 

Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 16:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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