Salvezza Nutribullet, il coach Vitucci si racconta: «Non ho mai pensato di mollare»

Mercoledì 8 Maggio 2024 di Alberto Mariutto
Frank Vitucci, il coach della Nutribullet festeggia la salvezza

TREVISO - La salvezza conquistata all’ultima giornata probabilmente non era nei suoi piani a inizio campionato. Ma, per come si erano messe le cose a un certo punto, è stata una vera e propria impresa. Ora il coach della Nutribullet, Frank Vitucci, può tirare il fiato dopo mesi di totale apnea e godersi un risultato che merita davvero di essere festeggiato: «Sono sicuramente contento, perché abbiamo raggiunto questa salvezza con le nostre sole forze, senza dover sperare in aiuti altrui o aspettare di conoscere i risultati degli altri campi.

Ci salviamo a quota 24 punti, collezionati in gran parte grazie a un importante girone di ritorno, quando la squadra, con qualche alto e basso, ha trovato sostanzialmente un suo equilibrio. È paradossale che chi ha chiuso a 24 punti sta festeggiando da un mese mentre noi ci siamo arrivati all’ultima curva».

L’importante però è essere arrivati alla salvezza...

«Come dice papa Francesco, chi si accontenta è felice. Con un campionato schizofrenico come quello che abbiamo vissuto, con parecchi risultati non imprevedibili ma sicuramente particolari, possiamo essere soddisfatti di quello che abbiamo ottenuto. Era importante raggiungere questo obiettivo, che a un certo punto sembrava davvero molto lontano. Non ho mai pensato però che fosse irraggiungibile».

Come ha vissuto quelle prime nove giornate di campionato?

«Ovviamente è stato un periodo molto duro perché abbiamo lavorato tanto, ma per diversi fattori non abbiamo prodotto niente. Con il senno di poi, la vedo come un’esperienza formativa perché c’è del buono anche nei momenti negativi: ti rinforzi, capisci a chi davvero ti puoi appoggiare, ti sforzi di trovare il modo per migliorare. Non vorrei vivere sempre situazioni di questo tipo, ma quando ci sei dentro è molto interessante capire come uscire dalle crisi, se te lo lasciano fare. Io devo ringraziare il club che alla fine non ha cambiato l’allenatore, cosa non scontata: spesso ti esonerano, ed è successo anche quest'anno».

Ha mai pensato di mollare?

«Assolutamente no. Sono un ariete: tenace e testardo, più di quanto si possa pensare. Lo dico senza presunzione. Però ci sono state delle partite in cui, se avessimo perso, mi avrebbero mandato a casa».

Lo 0-9 di inizio campionato è stata tutta colpa di Booker e Young?

«Sicuramente le due scelte nel lungo periodo si sono rivelate sbagliate: il primo non ha capito come funziona il nostro campionato, l’altro si è perso per strada. Prima di sostituirli, abbiamo fatto di tutto per provare a inserirli. Poi c’è stata una concomitanza di fattori, tra cui un calendario difficile che non siamo riusciti a girare a nostro favore: due o tre partite le abbiamo buttate all’ultimo. Se fossimo riusciti a portarle a casa, probabilmente qualcosa sarebbe cambiato. La gara di Milano ci ha un pochino abbagliati, perché siamo sembrati migliori di quanto fossimo in realtà».

Poi siete andati avanti a filotti di vittorie e sconfitte.

«Abbiamo avuto lunghi periodi molto altalenanti. L’altro passaggio a vuoto sono state le sconfitte casalinghe con Pistoia e Varese, che hanno segnato il resto del campionato. In realtà ci sono stati alti e bassi per tutti, per noi la differenza è che siamo partiti malissimo: quindi i periodi di magra sembravano carestie».

Nelle ultime due gare abbiamo visto grandi performance.

«Sicuramente alla fine è emersa la squadra che avevo in mente dall’inizio. C’è tanto lavoro dietro, anche se può non sembrare. Per fortuna questo gruppo di ragazzi, che non era certamente contento di perdere o fare brutte figure, è arrivato compatto proprio quando contava. Mi riferisco non solo alle ultime due partite, ma anche alle vittorie con Sassari, Reggio Emilia e a Varese. Non abbiamo fatto colpi scenografici, ma chi ha battuto le prime della classe è retrocesso».

Cos’ha pensato al momento dell’infortunio di Paulicap?

«In quegli istanti devi immaginarti rapidamente un piano B, non hai tempo di piangerti addosso. Elabori immediatamente quello che hai già in testa, o hai provato in allenamento, senza andare in panico o generare ansia nei giocatori: la squadra deve percepire che lo staff tecnico ha in mente cosa fare».

Per raggiungere la salvezza i giovani sono stati spesso sacrificati.

«Il discorso sarebbe molto lungo. Lo sintetizzo così: in una situazione non facile come quella che abbiamo vissuto, i giovani vanno protetti e non solo lanciati allo sbaraglio. Non c’erano le condizioni per poterlo fare».

Il presidente Contento ha già detto che si riparte da lei e Giofrè. Avete già pensato alla prossima stagione?

«Durante l’anno capita di elaborare delle idee, ma poi bisogna anche riuscire a compiere i passi giusti. Abbiamo tempo davanti e ci sono situazioni che vanno definite, chiarite e migliorate. Non lo faremo da domani. Lasciamo che l’onda passi».

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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