Tessitura Monti, fine corsa: svanisce il salvataggio svizzero, due mesi per trovare un altro acquirente

Venerdì 7 Aprile 2023
La tessitura Monti

MASERADA - Il destino della Tessitura Monti è ormai segnato. Le trattative per la cessione di ramo d'azienda della storica industria tessile di Maserada sul Piave, posta in liquidazione giudiziale, sono ferme al palo. Anzi, anche l'unico possibile acquirente, un gruppo svizzero che aveva espresso un interessamento per rilevare almeno parte delle attività e del personale (circa 60-70 addetti su 159 complessivi), si è tirato indietro.

Ciò significa che, ad oggi, la Tessitura Monti non interessa a nessuno. L'unica speranza è che in meno di due mesi spunti un nuovo acquirente, ma le possibilità sembrano pari a zero.

SCADENZA IMPROROGABILE
Il tempo, infatti, stringe inesorabilmente: il 31 maggio scade il supplemento di esercizio provvisorio e, a quel punto, per l'ultracentenaria impresa, se non verrà rilevata, sarà stop definitivo. L'incontro di ieri, 6 aprile, tra Regione, curatore e sindacati, di fatto, ha confermato l'assenza di possibili acquirenti. Svanito l'interessamento del gruppo elvetico, l'unico di fatto ad aver manifestato un interesse nelle scorse settimane, si sono cercati contatti con un altro potenziale investitore italiano. Proposte sul tavolo però non ce ne sono. Se dovesse arrivare (ipotesi ormai remota) il Tribunale potrebbe concedere anche un'ulteriore proroga per completare le procedure burocratiche. Lo stesso Mario Pettinato, commercialista milanese nominato prima amministratore straordinario e ora curatore giudiziale, ha ribadito l'impegno a lavorare fino all'ultimo giorno utile per cercare di potare a un compimento positivo un negoziato. Così come Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro, ha assicurato la massima attenzione e il massimo sostegno da parte dell'amministrazione di palazzo Balbi, per quanto di propria competenza. Anche i rappresentanti sindacali, Ildebrando Dall'Acqua della Filctem Cgil Treviso, Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso, e Francesca Mazzoli della Uiltec Uil Belluno Treviso non vogliono ancora rinunciare alla speranza, anche se, al momento, non emergono alternative alla liquidazione della realtà industriale trevigiana, specializzata soprattutto nella produzione di tessuti per camicie. Insomma, serve un miracolo.

L'ASSEMBLEA IN FABBRICA
I sindacati, ieri pomeriggio, dopo il summit (svoltosi in modalità online) hanno fatto il punto della situazione anche con gli addetti della Tessitura, in un'assemblea di fabbrica. «Noi naturalmente continuiamo a sperare che si possa concretizzare un'acquisizione da parte di qualche soggetto. Purtroppo, oggettivamente, più passa il tempo, più si restringono le possibilità di un salvataggio -riconosce Mazzoli- La preoccupazione è soprattutto per le lavoratrici e i lavoratori della Monti: proprio per questo l'ipotesi che venga riassunta solo una parte non può lasciarci soddisfatti, anche se, a questo punto, sarebbe comunque meglio di niente». I confederali hanno già attivata la richiesta di cassa integrazione, che avrà validità fino al 31 dicembre 2023. Confermano, inoltre, che le spettanze dei dipendenti della Monti sono e saranno regolarmente pagate. Intanto un prossimo incontro tra le parti è in programma per venerdì 21 aprile.

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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