Preganziol. Investita e uccisa dal pirata. I familiari di Serena Gambarotto: «Non si può morire così, il pirata della strada deve pagare»

Individuato il 60enne di Mogliano che deve rispondere di omicidio stradale e omissione di soccorso: «L’ha lasciata a terra agonizzante»

Lunedì 9 Ottobre 2023 di Maria Elena Pattaro
Serena Gambarotto

PREGANZIOL - «Vogliamo giustizia per Serena. Non si può scappare così, lasciando una ragazza agonizzante a bordo strada. È inaccettabile che il pirata sia fuggito». Non c’è soltanto il dolore di aver perso una figlia, una sorella, una cugina. C’è anche la rabbia di sapere che chi l’ha travolta ha tirato dritto senza fare niente per salvarla. La famiglia di Serena Gambarotto, la barista di 33 anni investita e uccisa sul Terraglio, è distrutta. «È un vuoto indescrivibile - dice la cugina Giada Spigariol -.

Serena era una ragazza brava e forte, allegra e indipendente. Gli incidenti possono capitare ma non è accettabile che quell’uomo sia scappato. Chiediamo che venga fatta giustizia, ma intanto Serena non c’è più». 

 

L’INCHIESTA
Il 60enne moglianese che venerdì sera l’ha falciata davanti alla sala slot Las Vegas (località Le Grazie) è stato fermato tre ore dopo a Mogliano. Ora è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Il furgone bianco è stato sequestrato: i segni dell’impatto sulla parte anteriore erano evidenti. A terra, sul luogo dell’incidente, sono stati trovati frammenti di carrozzeria. Fondamentali, per inchiodare il responsabile, sono stati i filmati delle telecamere pubbliche e private installate nella zona. Carabinieri e polizia locale li hanno analizzati subito, a caccia del veicolo pirata. L’incidente è avvenuto alle 21.30. A quell’ora Serena stava andando a prendere le sigarette, prima di iniziare il turno al New 1000 Lire, il locale in cui lavorava da quasi due anni. Camminava a piedi sul ciglio della strada e probabilmente aveva iniziato ad attraversare la carreggiata, anche se l’esatta dinamica è ancora al vaglio degli inquirenti. Il furgone l’ha centrata in pieno e l’ha sbalzata per diversi metri. La 33enne è atterrata dall’altra parte della strada. Le condizioni sono parse subito gravissime ma per dodici ore papà e mamma, il fratello, gli amici, i colleghi e un paese intero hanno pregato e sperato. Invano. Serena è deceduta sabato mattina al Ca’ Foncello. Ora la rabbia della famiglia è quella di un intero paese: sui social e nelle chat in tanti commentano la notizia chiedendo pene esemplari per chi scappa dopo un incidente senza prestare soccorso. Serena, che da un paio d’anni abitava da sola a San Trovaso, in via Vittorio Veneto, era una barista molto conosciuta e stimata. Aveva lavorato infatti in vari locali di Treviso e dell’hinterland, fra cui il Borgo Antico di Dosson, la Terrazza San Tomaso, la pizzeria Alla Gioconda” a Treviso, L’Albera di Zeus e l’Infinity bar di Preganziol, prima di approdare al New 1000 Lire. 
 

IN LUTTO
Sabato sera nel locale notturno di via Spinelli nessuno aveva voglia di ballare. Sul chiassoso nightclub è calato il silenzio. Sul palco dove di solito si esibiscono le ballerine era proiettata una foto di Serena: lacrime, abbracci e poi un lungo applauso per quella barista sempre col sorriso. «Abbiamo voluto dedicarle un minimo di silenzio a inizio serata - spiega la titolare Roberta Zanchi, affranta -. Ma l’atmosfera è rimasta carica di dispiacere fino all’alba. Serena era una di noi. Ci mancherà moltissimo». Ieri mattina, sul luogo della tragedia sono stati deposti mazzi di fiori, dediche, lumini e anche una foto di “Sere”, che percorreva puntualmente quella strada, a piedi o in bicicletta. 

Ultimo aggiornamento: 17:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci